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Familiari dei saveriani in festa

Quest’anno, l’ultima domenica di maggio, il giro d’Italia passava proprio vicino alla casa saveriana di Alzano. In questa data, come consuetudine, noi saveriani ci ritroviamo con i familiari dei missionari e delle missionarie di origine bergamasca.

Il giro d’Italia, pur bloccando le strade per diverse ore, non ha impedito che ci trovassimo per fare la nostra festa. Ogni giorno, varie persone vengono a bussare alla nostra porta. La signora Maria è venuta a chiedere preghiere per il figlio malato; il signor Mario a far dire una Messa per i suoi cari.

Qualcuno viene a portare un’offerta per le missioni; Pietro è venuto per chiedere informazioni sul missionario saveriano del suo paese che lavora in Indonesia. Qualche altro viene perché vuole parlare o ricevere un consiglio. C’è chi viene per svuotare il “sacco” …dei peccati e ricevere il perdono di Dio.

Tra coloro per i quali si apre la nostra porta c’è anche qualche immigrato in cerca di aiuto. Anche se i soldi che riceviamo servono per aiutare le missioni, cerchiamo di venire incontro accogliendo, ascoltando, dando un po’ di cibo.

La porta sempre aperta

Al mattino in portineria c’è la signora Stefania. È lei che accoglie tutti con il sorriso e con parole gentili. Molti hanno imparato a conoscerla e si rivolgono direttamente a lei. Anche i missionari cercano di accogliere tutti nel migliore dei modi. Noi desideriamo che ogni persona si trovi a proprio agio e vada via contenta, con maggior amore per Dio e per le missioni.

L’accoglienza per un cristiano è un servizio prezioso. Con ogni ospite, il Signore viene a visitare e a interpellare la nostra comunità. Viene per offrirci occasioni di preghiera, di ringraziamento, di intercessione.

Viene per aiutarci e stimolarci a cambiare in meglio. L’importante è che “la porta si apra con i migliori propositi”.  L’ospite è Dio che viene a trovarci.

Ogni giorno ...qualcuno

Per noi missionari l’incontro con una persona è un’occasione preziosa. Se avessimo qualche minuto in più da dedicare al colloquio, potremmo interessarci personalmente ad ognuno come fosse un caro amico, potremmo parlare delle nostre missioni, dei nostri confratelli saveriani sparsi nel mondo per evangelizzare e aiutare gli altri.

Commuove pensare che abbiamo così tanti amici; se li dovessimo invitare tutti per una festa non avremmo neppure il posto per accoglierli. Forse è per questo che il Signore ci manda i nostri amici alla spicciolata. Qualcuno ogni giorno. _

Anche per chi non c’era

Siamo stati contenti di essere oltre centosettanta al ritrovo della nostra grande famiglia. I genitori dei nostri missionari, come pure i fratelli e le sorelle, i cognati e le cognate, i nipoti e gli amici, in un certo senso, sono tutti imparentati dal legame missionario alla famiglia saveriana. Purtroppo molti anziani e malati non sono potuti venire. Ho pensato di scrivere una breve relazione della festa perché anche loro si sentano partecipi della nostra gioia.

L’incontro si è svolto in modo molto semplice. Tutto ha avuto inizio con un momento di accoglienza davanti alla casa dove man mano sono arrivati gli ospiti. Qui ci siamo salutati, abbracciati, riconosciuti. Poi siamo andati tutti insieme nella chiesetta di San Giuliano per la celebrazione eucaristica.

Un grazie e una preghiera

La Messa è stata il momento centrale del nostro incontro. Abbiamo ringraziato il Signore del vincolo di amicizia e di fede che ci lega; abbiamo pregato per tutti i missionari saveriani sparsi nel mondo; abbiamo chiesto al Signore che le famiglie bergamasche continuino ad essere generose di vocazioni, anche per noi missionari saveriani. Infine, abbiamo implorato una benedizione speciale su tutti i nostri familiari.

Padre Marino Bettinsoli, rettore della comunità saveriana, ha espresso alcune parole di saluto e ha presentato i saveriani e le saveriane venuti per l’occasione. Un bel numero: p. Stanislao Pirola, p. Pierluigi Felotti, p. Italo Noris, p. Franco Bertazza, p. Gaetano Filisetti, p. Ulisse Zanoletti, p. Giulio Simoncelli, i due fratelli p. Leonardo e p. Fiorenzo Raffaini. E poi le saveriane Teresina Caffi, Lina Valoti, Maura Locatelli ed Emiliana Ceresoli. Ha presieduto la Messa padre Leonardo, originario di Cologno al Serio e per quindici anni missionario in Colombia.

Tutti felici e contenti

Era il giorno della Pentecoste. Nella sua esortazione, p. Leonardo ci ha invitati ad essere aperti all’azione dello Spirito Santo, perché è Lui il primo vero missionario; è Lui che crea l’ambiente umano di fede e di cultura in cui nascono le vocazioni per la chiesa missionaria nel mondo intero.

Quest’anno, i segni portati all’altare durante l’offertorio erano simbolo degli strumenti moderni della comunicazione: la stampa missionaria, alcune lettere, schede telefoniche, le bandierine delle nazioni dove lavorano i saveriani, una grossa croce di legno e il vangelo.

Le preghiere spontanee sono state numerose, belle e partecipate. Il “Padre nostro”, commentato per la pace, ha aggiunto un tocco di attualità alla nostra Messa. L’altare era circondato da quattordici sacerdoti e la chiesa era piena zeppa. La celebrazione eucaristica è durata oltre un’ora, ma nessuno se n’è accorto perché eravamo tutti contenti.

Un omaggio per gli ospiti

Nel salone della casa saveriana, parenti e amici si sono poi sistemati in gruppi, per il pranzo di famiglia. Padre Pierluigi, a nome della nuova direzione saveriana d’Italia, ha rivolto alcune parole di saluto ai commensali. Così ha fatto anche suor Teresina a nome delle missionarie saveriane.

Al momento del dolce, abbiamo consegnato ad ogni gruppo di convenuti un piccolo ricordo, da tutti gradito: un quadretto d’argento con la fotografia del beato Conforti, fondatore dei saveriani. Ci ha fatto piacere sentire da molti che senz’altro torneranno anche l’anno prossimo.

Arrivederci dunque, tra un anno, sempre l’ultima domenica di maggio, …giro d’Italia permettendo. Ma sarete nostri graditi ospiti ogni volta che desiderate venirci a trovare.



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