Il mondo e la fraternità universale
Tutti siamo stati scioccati dagli attentati commessi a Pasqua in alcune chiese dello Sri Lanka, per mano di una cellula di estremisti islamici. Scene di orrore con uccisione di donne, bambini e uomini in luoghi di preghiera, considerati sacri. Ma anche la strage che un suprematista bianco ha commesso in Nuova Zelanda, qualche mese prima, in una moschea, massacrando anche qui una cinquantina di uomini, donne e bambini in nome della difesa della razza bianca.
Questi odi ci rinviano al nostro modo di vivere la fede e alla capacità di perdonare, per costruire insieme una fratellanza umana, che va oltre le religioni, le razze e le culture, per riconoscere la sacralità di ogni vita, come Dio l’ha creata. Ecco perché il 3 maggio, nella cattedrale di Ancona, abbiamo organizzato una veglia di preghiera per queste vittime. Il GID (Gruppo di dialogo ecumenico e interreligioso) della diocesi di Ancona ha pensato di organizzare questa preghiera con le chiese protestanti, cattolica e ortodossa. Era presente anche l’imam della moschea di Ancona, Dachan Mohammad, con alcuni fratelli musulmani. Il vescovo della nostra diocesi, mons. Angelo Spina era dei nostri. È stato un momento molto toccante anche se non ha suscitato una grande partecipazione di persone, anche per la contemporanea fiera del patrono di Ancona San Ciriaco.
A marzo, dopo la strage in Nuova Zelanda, i musulmani si sono riuniti nella piazza centrale di Ancona e io stesso sono stato con loro, per testimoniare la solidarietà cristiana ai loro fratelli uccisi. Questi fatti ci interpellano, per aiutarci a costruire insieme la fratellanza umana che papa Francesco ha messo per iscritto nel documento di Abu Dhabi con l’Imam della grande moschea del Cairo. Sono segni dei tempi di un mondo che va verso una fraternità universale, dove regna il rispetto della vita e delle diversità religiose.