La missione in modo diverso
La missione in modo diverso
È sempre una grande gioia quando possiamo presentare su questa pagina un missionario romagnolo. Stavolta è il turno di p. Silvio Turazzi. Vogliamo che anche tutti i nostri amici lettori possano gustare quanto egli ci ha detto durante la veglia missionaria nel duomo di Ravenna la sera del 21 ottobre scorso.
Padre Silvio è nato a Stellata di Bondeno (FE). Da quando aveva 14 anni ed era nel seminario di Ferrara, desiderava entrare a far parte dei saveriani, ma non gli era stato concesso. Prima avrebbe dovuto fare il viceparroco a Bondeno. Poi, quando finalmente nel 1969 stava partendo per il Giappone, il Signore gli ha cambiato non solo la destinazione - l'Africa -, ma ha sconvolto addirittura tutto il suo progetto di essere missionario.
p. Agostino, sx
La veglia missionaria è un'occasione per vivere insieme il dono della presenza di Cristo e la sua missione sul mondo.
Cristo non è solo profeta e fratello di ogni uomo. Cristo è il Signore. In lui batte il cuore del Padre che ama tutti gli uomini, suoi figli e figlie. In tutti passa la corrente del suo amore, la corrente dello Spirito che suscita nell'esperienza umana semi della sua presenza. “Dovunque tu vedi la traccia di un uomo, là io sono davanti a te…”, così scrive il rabbino Hescel. Ma in Cristo, Dio si è rivelato. Ha lavorato con mani d'uomo, ha camminato sulle strade fra la gente, ha amato fino a morire sulla croce. Ha detto: “Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi. Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Andate in tutto il mondo”.
Il senso della mia vita
Anch'io ho trovato in Cristo il senso della mia vita. Ho visto pace anche nel dolore. È bello seguirlo; è bello condividere e raccontare le ragioni della speranza che nascono dall'incontro con lui.
Ripenso alla mia esperienza di sacerdote missionario, basata sull'incontro con Cristo Gesù, con la sua comunità viva oggi nella chiesa, sulle attese di tanta gente e dell'umanità. Ho seguito con l'aiuto di veri maestri la scuola del seminario di Ferrara e del noviziato con i missionari saveriani, scuola di preghiera, di ascesi e di comunione. È stata un'esperienza segnata dalla mia costante fragilità. Ma l'azione di Dio in cammino con tutti gli uomini è passata anche attraverso di me.
Non sono mai stato solo
“Sarete miei testimoni”, ha detto Gesù. Non mi ha lasciato solo. Mi ha accompagnato nel mio essere prete missionario in Congo, tra i disabili del centro “Shirika la Umoja” di Goma e dei villaggi, tra i detenuti della prigione e dei cachôt , con i gruppi e i movimenti della parrocchia cattedrale, con la gente e le varie comunità cristiane della città, musulmani, protestanti, credenti in Dio e nell'uomo.
La consolazione, la forza e il perdono di Dio sono passati anche attraverso di me. Dio m'ha tenuto per mano. Mi ha dato fratelli e sorelle, santi e martiri, come compagni di cammino: madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, mons. Muzihirwa, Felicita e i nostri padri saveriani Vittorino Maule e Aldo Marchiol, le laiche missionarie Annalena Tonelli e Catina Gubert, e tanti altri… Ma soprattutto, Dio è rimasto con me nel dono della Parola e del Pane spezzato, insieme alla sua comunità che continua a portare il dono della sua presenza.