La missione è per tutti
La domanda più frequente che mi è stata rivolta è: “Cosa vai a fare in Thailandia?”. Ho capito di non avere una risposta definitiva, piuttosto alcune immagini che mi aiutano a chiarire un percorso che non è solo mio, ma anche dei presbiteri vicentini e della nostra chiesa.
Teniamo aperte tre finestre
Sono le immagini di tante persone e famiglie che ho avuto la fortuna di conoscere in questi anni e che ho stimato e ammirato. Da loro ho imparato tanto. Hanno problemi di vario tipo, eppure non perdono occasione di donarsi e mettere a disposizione degli altri le proprie capacità e risorse, con passione e amore per la comunità. E questo - anziché svuotarle o impoverirle - le rende ancora più ricche e belle! Sono le colonne della comunità, le persone che rendono migliore il mondo, quelle che ti porti dentro con gratitudine.
Mi sembrano l’immagine della strada che noi presbiteri vicentini abbiamo scelto con il vescovo in questo periodo di scarsità: non ci rinchiudiamo nei nostri problemi, ma manteniamo aperte tre piccole “finestre” verso l’America Latina, l’Africa e l’Asia. In questo modo, per ora, riesco a esprimere come sento la mia missione thailandese.
don Ferdinando Pistore
La Cina per tre
Siamo Silvia, Edoardo e il piccolo Giona. Viviamo nell’accogliente e dinamica comunità di Fimon di Arcugnano da circa due anni. Facciamo parte dell’associazione Laici PIME, con la quale - dopo alcune brevi esperienze di volontariato in Bangladesh e Cina - ci siamo preparati. Saremo al servizio per un anno, come famiglia, di un progetto nel sud della Cina, a Guangzhou.
Accanto ai bambini disabili
I missionari del PIME sono presenti in Cina e Hong Kong da un secolo e mezzo. Attualmente, collaborano in particolare a supporto di ONG, dedicandosi ad attività di promozione umana, soprattutto con persone disabili. Il progetto che ci è stato affidato si svolge all’interno del China Huiling, ONG che si occupa di seguire persone con disabilità dalla prima infanzia fino all’età adulta, promuovendo l’integrazione, l’autonomia e, ove necessario, un’assistenza con uno stile famigliare.
L’impegno che ci viene chiesto è di tipo tecnico e organizzativo, secondo le nostre specifiche professionalità di ingegnere e fisioterapista. Esse rappresentano un’occasione privilegiata per il dialogo, l’accoglienza, la condivisione e la testimonianza gioiosa di essere famiglia cristiana. Seguite il progetto tramite il nostro blog all’indirizzo: www.vaincina.com
Silvia, Edoardo e Giona Piubello
Un nido di missionari
Casualmente, quest’estate, ci siamo trovati tutti insieme nel periodo di vacanza. È stato facile pensare ai genitori che ci hanno fatto crescere nella loro semplicità e nel lavoro. Il loro pregio più grande è stato quello di averci lasciati liberi nelle scelte. La famiglia Bicego era composta da sette figli più i genitori.
Uniti nel cammino verso Dio
Claudio è il più anziano, 82 anni a ottobre. Ha scelto, fin da ragazzo, la vita missionaria tra i saveriani, in Brasile. Agnese, la secondogenita, è entrata dalle suore comboniane. Ha studiato l’inglese ed è partita per l’Uganda; ora è tornata per motivi di salute. Cecilia, la terza, fin da bambina voleva entrare dalle suore salesiane ed è stata in Medio Oriente. Elena, nel fior della giovinezza, scelse di entrare dalle saveriane. È stata in Amazzonia e, dopo alcuni anni nelle “favelas”, fu costretta a tornare in Italia per seri motivi di salute.
Gabriella ha sposato Sergio e hanno due figli (Marco e Carlo). Luciano, il penultimo, sono io. Saveriano, ho lavorato in Italia e in Brasile. Anna, la più piccola, ha lavorato per 40 anni in ospedale come infermiera.
Durante l’incontro è stato bello percepire come ognuno avesse un ideale da seguire. Pur vivendo lontani tra noi, siamo sempre stati uniti nel camminare insieme verso Dio.
p. Luciano Bicego, sx