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La missione chiama: Mondo, parrocchia del Risorto

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Uomini di Cristo Risorto. Così ho visto i nostri studenti saveriani della teologia di Parma. Vengono da vari continenti. Ora la loro patria è il mondo, la "parrocchia" del Risorto.

Gli ultimi tre arrivati - Thiago, Madya, Bernard - sono sorridenti. La chiesa in cui siamo riuniti per pregare ci aiuta a vivere la pasqua di Gesù, raccontata dalle vetrate che sembrano riversare un torrente di luce sul mondo. È la missione che sgorga dal Crocifisso risorto: "Andate e predicate a tutte le genti".

Quando la passione per il Regno prende tutta la persona, allora il mondo nuovo è già in atto. Don Oreste Benzi lo ripete spesso: "Quando si vive in Gesù e si è innamorati di lui, tutto cambia: dedizione totale, conpisione diretta, preghiera scelta, missionarietà come bisogno di far conoscere a tutti Gesù".

Come far parte di questo gruppo, espressione della chiesa itinerante per il vangelo?

È semplice. Niente di "super", come qualcuno potrebbe pensare. Bisogna piuttosto pentare "minus", piccoli; imparare a pregare (stare con il Risorto), a donare, a conpidere, ad abbassarsi. Scoprire e accogliere il germe dell’itineranza evangelica per il Regno è un dono grande di Dio.

Il Signore resta il vero riferimento per tutta la vita. Egli continua a stare con i suoi discepoli, portandoli oltre le loro fragilità, fino a pentare testimoni del mondo nuovo che è nato con la sua risurrezione. Proprio come è avvenuto ai discepoli di Emmaus, che riconobbero il Signore allo spezzare del pane.

È la cosa più bella che un vecchio della missione possa testimoniare. Dio chiama e cammina sempre davanti a te. Ti prende per mano, ti vuole bene, ti insegna, ti sana, ti corregge, ti incoraggia. Specialmente con la Parola, con il Pane, con la comunità. Pian piano ti conduce a guardare gli altri con i suoi occhi, a scoprirlo in tutti e nei più bisognosi: affamati, assetati, forestieri, nudi, carcerati. Ti unisce così alla sua missione: "Lo Spirito del Signore è su di me: mi ha consacrato e mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio…" (Lc. 4, 18).

"Che cosa ha portato Gesù, se non ha portato la pace nel mondo, il benessere per tutti? Ha portato Dio: ora noi conosciamo il suo volto", così scrive papa Ratzinger nel suo libro Gesù di Nazaret. Per noi uomini e per la nostra salvezza, Dio in Gesù si è fatto uomo, è morto ed è risorto. Sono parole di fuoco e di vita, che rivelano un avvenimento unico nella storia, come un torrente in piena che si riversa nel mondo per la vita dell’umanità.

Sulla croce, nel dono totale della sua umanità, Gesù è una cosa sola con il Padre. La tenda della presenza di Dio avvolge totalmente la sua umanità e in lui raggiunge i più deboli. Il mistero di Dio amore è svelato. "Il velo squarciato nel tempio - scrive G. Rossé - più che segno di apertura che permette a tutti di penetrare nel tempio, è il segno dell’uscita dal tempio e della discesa (kenosi) di Dio nella situazione dell’umanità lontana da Dio".

Un messaggio attualissimo del beato Conforti, l'ho ripetuto ad Ancona ai giovani che compiono il cammino vocazionalecon i saveriani. "La carità di Cristo ci sospinge (ad andare); ecco la vostra parola d’ordine; ecco la sintesi delle vostre aspirazioni… Oggi non si parla che di pace universale e di affratellamento di popoli e nazioni… Ma tutti questi sforzi a ben poco approderanno se la carità del vangelo, come mastice tenace e cemento pino, non congiungerà tra di loro tanti elementi disparati e tante tendenze opposte, sopprimendo nei cuori l’egoismo accentratore, per sostituirvi l’amore dei fratelli.

E il missionario è il simbolo più bello, l’apostolo più convinto e ardente di questa fratellanza universale".



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