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Il 30 settembre sono stati venticinque anni dalla morte del Servo di Dio p. Aldo Marchiol. In quella sera, nella casa parrocchiale dei saveriani di Buyengero, entrarono di sorpresa alcuni militari armati. Essi intimarono subito a p. Ottorino Maule, a p. Aldo e alla volontaria Catina Gubert di mettersi in ginocchio. Tre di loro spararono sulle teste di questi tre testimoni disarmati del Vangelo. Nonostante i pericoli e le ripetute minacce, avevano deciso di rimanere con la loro gente. Desideravano dare testimonianza di fedeltà e speranza di fraternità alle due etnie, Tusti e Hutu, in lotta per il potere. “L’evangelizzazione si fa in ginocchio”, scriverà più tardi papa Francesco. E proprio in ginocchio p. Aldo, p. Ottorino e Catina sono stati il vangelo vivente per un Burundi nuovo e fraterno.



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