Giobbe, il paralitico guarito
Sempre su un lettuccio, tutto il giorno. Non riuscivo ad alzarmi. Avevo tempo per pensare, per ricordare come era successo tutto. Stavo giocando con i miei amici. Ci spingevamo e io sono caduto per terra, battendo la schiena. Non riuscivo più ad alzarmi. Vengono a prendermi con una barella e mi portano in casa, stendendomi sul mio lettuccio. Ogni tanto veniva un guaritore con le sue medicine. Ma io non potevo che stare lì, immobile. Mia madre piangeva e pregava Dio per la mia guarigione, ma non cambiava niente. Anno dopo anno, anch’io stavo perdendo la fiducia in Dio. Un giorno sento un grande chiasso fuori dalla porta. Entrano i miei amici: “Giobbe, è arrivato qualcuno che forse ti potrà guarire”. Io dicevo loro di lasciarmi in pace, ormai Dio mi aveva abbandonato. Non mi lasciano parlare, mi prendono con il lettuccio e mi portano nella casa dove c’era quel tale. Ma non riuscivamo a entrare. Allora, salgono sul terrazzo, sfondano il soffitto e mi calano giù, di fronte a lui. Che sorpresa! L’avevo riconosciuto. Era il Maestro di cui tutti parlavano. Mi dà la mano, mi sorride e mi fa balzare in piedi. Lo abbraccio forte e, colmo di gioia, faccio con lui qualche passo di danza. La gente commentava, ma non mi interessava. Gesù mi aveva guarito. Potevo camminare, danzare, correre dappertutto. E così ho fatto, fino alla fine della mia vita.