La fede nasce dall’ascolto…, Veglia in cattedrale
L'altare della cattedrale era adornato da diversi simboli densi di significato. Cinque drappi scendevano dai gradini dell'altare a raggiungere l'umanità con i diversi colori dei continenti: rosso per l'America, giallo per l'Asia, azzurro per l'Oceania, bianco per l'Europa, verde per l'Africa. Cinque lampade a sfera con i colori dei continenti favorivano il raccoglimento e il silenzio. Il mappamondo rappresentava la terra abitata da tanti popoli e culture.
Sullo schermo venivano proiettate immagini di un'umanità che ride e serve, soffre e piange, spera e attende la nuova evangelizzazione. Al centro due remi a forma di croce: a indicare il Cristo, crocifisso nei fratelli, che vive la passione di questa umanità, fino alla fine. Ai piedi della croce, la fiamma della fede.
Meditazioni e testimonianze
La celebrazione della veglia missionaria si è articolata attraverso vari momenti: le meditazioni, le testimonianze, la lettura del vangelo, la professione di fede, il mandato missionario, la benedizione finale del vescovo. All'inizio, c'è stato l'invito a lasciarci interrogare sul nostro agire personale e comunitario: "Opera in noi lo Spirito di Cristo, il Vivente?". Le meditazioni hanno aiutato a riflettere sulle migrazioni, su alcuni testimoni cristiani nel mondo e sulla nostra personale testimonianza.
Nel secolo scorso partirono milioni di persone alla ricerca di casa, lavoro e sicurezza. Con loro, partirono anche uomini e donne, come il beato vescovo Scalabrini e santa Francesca Cabrini. Oggi, milioni di persone giungono in Italia per le stesse ragioni. È tempo dunque che l'amore sia operoso e vero, perché se l'egoismo o la paura dell'altro prevalgono sulla richiesta di accoglienza e aiuto, come possiamo ritenerci cristiani veri?
Il vangelo in ogni gesto
Personalità quali p. Fausto Tentorio, il ministro pakistano Shahbaz Bhatti, la religiosa indiana suor Valsha, uccisi per aver testimoniato con la loro vita la scelta di condividere con i poveri l'impegno per la pace e la giustizia, sono i testimoni luminosi del vangelo. Adesso tocca a noi impegnarci, testimoniando il vangelo nella semplicità di ogni gesto quotidiano, accogliendo e aiutando gli altri.
Tre giovani medici, residenti a Messina, hanno raccontato l'esperienza vissuta in Madagascar alla missione di don Claudio Roberti, presso un grande ambulatorio della chiesa cattolica. In loro abbiamo notato l'entusiasmo e il desiderio di cambiare il mondo, l'aspirazione a vivere gli ideali più alti della vita in una comunità che sia più coerente ai valori umani e cristiani.
Il bell'esempio dei laici
Il vescovo mons. Mondello ha spiegato che sarebbe riduttivo pensare alla missione solo come celebrazione della giornata missionaria mondiale. Tutti siamo missionari, sempre. La testimonianza dei laici nella loro vita quotidiana è fondamentale.
Il vescovo ha ricordato anche l'importante ruolo dei genitori nella trasmissione della fede ai propri figli e ha augurato ai presenti di trasmettere con la propria vita una fede adulta, senza lasciare il compito della missione solo ai preti e ai missionari.
Un particolare apprezzamento è stato espresso da p. Pierluigi Felotti nel vedere la presenza numerosa di molti gruppi della diocesi. La veglia missionaria coincideva con il suo arrivo nella nostra diocesi, come rettore della comunità saveriana di Gallico. La sua presenza è stata particolarmente gradita: un buon inizio di attività pastorale.