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Da tempo, i cattolici, insieme ad altre confessioni cristiane, impegnati nell’accoglienza dei marittimi nei vari porti sparsi per il mondo, hanno ritenuto opportuno promuovere una giornata per far conoscere a un pubblico vasto il lavoro di milioni di persone che trascorrono buona parte della loro vita sulle navi.

Il Pontificio Consiglio della pastorale dei migranti e itineranti ha, a suo tempo, individuato nella seconda domenica di luglio di ogni anno, il giorno in cui ricordare il “mondo” dei lavoratori del mare. Anche quest’anno nel Sacrario dei morti del mare al Porto Commerciale di Marghera è stata celebrata una Messa, presieduta da mons. Dino Pistolato, consigliere della Fondazione Mariport, insieme a me, assistente ecclesiastico. Sono stati invitati tutti coloro che danno il proprio contributo per rendere migliore il servizio che il porto rende a Venezia e al mondo.

Il mare è un luogo di comunicazione tra i popoli per condividere culture, esperienze, gioie e dolori, per costruire realtà nuove. Purtroppo è anche il cimitero di molte persone in cerca di un futuro migliore. Il mare, per Venezia è importante ed è quello che ha fatto e fa la sua storia. E quindi anche il Porto, sia quello passeggeri (la Marittima), che quello commerciale a Marghera è molto importante. Il porto è nato per accogliere le persone che si muovono. Ciascuno di noi, nella sua vita, cerca sempre un porto sicuro e accogliente. Non è solo un modo di dire, ma anche un’esperienza che fa ogni persona su questa terra.

Chi va per mare ha bisogno di chi sappia condurre bene la nave nelle tempeste per arrivare a un porto sicuro. Allora, perché non aggiungere ai nostri pensieri coloro che lavorano per noi sulle navi (vi rimangono 10 mesi all’anno), che portano merci da tutte le parti del mondo. Non li conosciamo di persona, ma dovrebbe essere spontaneo il nostro “grazie”. Attraverso gli incontri con tante realtà del porto, si sono elaborate iniziative che hanno bisogno dell’aiuto di chiunque: Festival del Mare; coinvolgimento degli equipaggi delle navi che arrivano; sagra annuale; un incontro di fraternità al mese; inserire il Porto nella iniziativa della Città metropolitana “Le Città in Festa” (autunno e primavera); far conoscere a tutte le scuole la realtà del porto con visite guidate; il presepe di Natale con qualcosa che ricordi anche il porto… E tanto altro ancora si può fare. Tutto questo perché gli “invisibili” del Porto diventino familiari a ciascuno di noi. Proviamoci.



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