La diversità nell’essere uguali
Nei locali della colonia S. Giuseppe a Salerno, i capi-scout di Salerno, Cava, Minori, Amalfi, al termine del cammino annuale, si sono ritrovati per riflettere e condividere insieme sul tema della disabilità. Dopo il saluto iniziale di Nico Mazzeo, delegato alle politiche giovanili del comune, e di Franco De Martino, responsabile zona Salerno, la parola è stata data alla psicoterapeuta Maria Teresa Ingenito. Con i suoi 40 anni di esperienza, ci ha spiegato come gli scout possono rapportarsi con le famiglie dei bambini diversamente abili: fornire informazioni sul comportamento del bambino, incentivare momenti di condivisione e rapportarsi al problema con comprensione, rispetto e stima.
Le scelte non vengono fatte per il bambino, ma con il bambino. In sintesi: conoscere il bisogno e la persona, condividere il problema, promuovere le potenzialità. Per finire, il gruppo scout deve valorizzare la cura personale, la comunicazione extra-verbale, la creatività e l'integrazione sociale, introducendo gradualmente la regola condivisa.
Pino Romeo e Maria Assunta, genitori di una ragazza disabile da 25 anni, ci hanno raccontato la loro esperienza. Il loro consiglio è quello di aiutare i ragazzi normodotati a stare con i ragazzi in difficoltà (cioè a comportarsi in modo normale).
E quale deve essere l'atteggiamento dei capi? Riconoscere che queste sono persone, lavorare in gruppo per progettare il loro cammino e preparare il gruppo all'accoglienza della diversità. Infine bisogna utilizzare il metodo scout con spirito creativo. In sintesi potremmo dire che questo convegno ci ha dato tre parole chiave: conoscenza, rispetto e valorizzazione per chi è uno di noi.