La chiesa missionaria - Non si può restare in panchina
La chiesa è una realtà che nasce come sogno di Dio, ancora prima che albeggi il primo giorno della creazione. Essa affonda la sua identità nella luce inaccessibile di Dio Trinità. È una realtà tanto umana e altrettanto divina.
La chiesa supera la nostra immaginazione e nello stesso tempo è una realtà urgente per la nostra vita, come l’aria che ci consente di vivere, anche se non la tocchiamo con le mani, non la vediamo con gli occhi. La chiesa è mistero.
Un’esperienza di vita
Prima di assumere le forme storiche che necessariamente la custodiscono nel suo percorso attraverso i secoli, la chiesa vive come esperienza vitale, come un evento raccontato e come una sorgente che continuamente rigenera se stessa.
Quattro esperienze: Si può affermare che il bagliore della chiesa è alimentato da quattro esperienze fondamentali, ognuna delle quali può essere indicata con un nome, con un’icona:
- Pietro, l’apostolo cui è affidata l’unità del gregge;
- Paolo, l’apostolo che spezza ogni barriera e produce novità;
- Giovanni, icona dell’intimità silenziosa che sostiene la chiesa come linfa vitale;
- Maria, con la sua irripetibile esperienza di portare il Verbo nelle proprie viscere mentre diviene Carne.
Il cammino della missione
La comunità parrocchiale vive per manifestare, in un determinato spazio, la realtà della chiesa nel suo insieme, per custodire e testimoniare agli uomini la Parola che salva il mondo.
La comunità credente vive in solidarietà con la famiglia umana di cui fa parte; ne condivide la fatica quotidiana e l’incertezza dell’esilio su una terra dove il regno di Dio non è sempre evidente; dove il Signore Gesù rimane sconosciuto. I nostri occhi, infatti, non sono capaci di avvertirne la presenza, mentre la nostra incoerenza spesso sbarra la strada al suo vangelo.
La parrocchia, nella misura in cui avverte l’urgenza della propria missione, trova il coraggio di vivere in mezzo alle case degli uomini, in forme sempre nuove, secondo le esigenze dei tempi che cambiano.
Il progetto pastorale per una parrocchia veramente missionaria indica una traccia di cammino: da gruppo clerico-dipendente o diretto dal consiglio pastorale, deve diventare comunità desta e attiva, fino a diventare comunità adulta, impegnata nella costruzione della grande casa in cui tutti i figli di Dio troveranno un posto. Il cammino è lungo; ma chi resta seduto sulla panchina a vedere chi passa, non raggiungerà mai la meta.