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La Bibbia: Gesù, il buon straniero

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Don Arrigo, amico del Dalai Lama, è noto nel mondo del dialogo interreligioso e ha lavorato al recupero dei ragazzi di strada ad Hanoi. Ora è parroco di Pioppe di Salvaro (BO).

Secondo la parabola del Buon Samaritano, il credente non è più chi obbedisce a Dio osservando le sue leggi, ma chi assomiglia al Padre Celeste praticando un amore simile al suo verso il prossimo (Lc 10,25-37). Chi sono i protagonisti di una storia così inquietante, che ci mette in contrasto con noi stessi e con quelli che stanno dalla nostra parte: famiglia, chiesa, nazione, partito, amici...?

Uno dei personaggi è il samaritano: un eretico, uno scomunicato, un non-considerato, che non è dei "nostri" e segue altre linee religiose, politiche e culturali, altre abitudini di vita. Gesù lo sceglie per il suo racconto non a caso. Anche la donna al pozzo di Giacobbe, a cui rivela che Dio non si trova nei templi e negli spazi sacri, ma nello spirito, è una samaritana. Ugualmente samaritano è quel lebbroso, unico tra i dieci, che torna a ringraziare il maestro che aveva guarito tutti.

In questo racconto viene a cadere ogni divisione; non esistono più gruppi privilegiati.

L'annunciatore del regno di Dio può essere un miscredente, un allontanato. Ciò, forse, significa che in un ambiente sbagliato il bene risplende meglio che in un ambiente mediocre.

Non recita, non calcola

Il samaritano è il protagonista di una novità senza saperlo: non recita una parte, non fa calcoli come il sacerdote e l'inserviente del tempio. Questi stanno alle regole, osservano le regole del sangue, rispettano il ruolo di chi soccorre per mestiere ed è pagato per questo; e pretendono che vengano rispettati i ruoli di ogni categoria. Gesù ci insegna che Dio non è un maestro di medicina, un osservante delle leggi, ma un maestro di umanità, un osservante della legge dell'amore e della compassione.

Noi invece abbiamo fatto della specializzazione un vanto per giustificare il nostro perbenismo. Abbiamo altre cose da fare: non crediamo giusto essere sempre a disposizione verso chiunque e in qualsiasi momento. Sempre a disposizione possono essere i fannulloni ai crocicchi delle strade, accovacciati lungo le siepi. Gli impegni importanti permettono al sacerdote di "andare oltre", di non fermarsi.

Il samaritano non era un addetto ai mezzo-morti lungo la strada, ma passava per caso lungo la stessa strada del malcapitato. Per il testo sacro, il bene non è patrimonio di nessuno, anzi l'apertura verso il bene è di coloro che sono sui gradini più bassi nella valutazione della società.

E chi più in basso di uno straniero-migrante?

Due strade diverse per vivere separati?

Il samaritano, cioè lo straniero, è sulla strada di tutti. Nella nostra mentalità noi faremmo anche le strade diverse, come sono stati proposti autobus diversi per i locali e i migranti; faremmo una strada per i primi e un'altra per gli ultimi, come facciamo per le scuole e gli ospedali; faremmo percorsi diversi per i buoni e i cattivi, per quelli di casa e quelli che vengono da fuori.

In questo modo, sulla strada dei diversi avremmo messo anche Gesù, perché troppo diverso da noi e troppo "esagerato". Gesù vuole passare sulla strada di tutti. La strada dell'amore infatti è quella che tutti possono percorrere e, per quanti privilegi possiamo avere, dobbiamo tener presente che la verità è stata rivelata agli ultimi, agli ignoranti e ai piccoli.

"Il samaritano era in viaggio": non un arrivato, ma uno che si ferma per sollevare chi è caduto, per fare i servizi più umili, quei servizi che abbiamo lasciato agli stranieri e che noi ormai disdegniamo di fare. Il samaritano asciuga il pianto, lava le ferite, mette chi è colpito sul proprio giumento. È l'emblema della solidarietà come forse lo sono le "badanti", straniere a cui abbiamo ormai affidato i compiti più gravosi e rifiutati. Il samaritano è sconcertante perché non è pagato, anzi è lui che paga; i nostri emigranti stranieri non sono certo pagati secondo il canone dei locali e secondo le tariffe sindacali.

Guai ad allargare il cuore!

"Il samaritano gli andò vicino": il prossimo è chi avviciniamo per caso, chi per caso troviamo lungo la strada, non chi scegliamo. Spesso il prossimo è chi allontaniamo perché abbassa il livello del nostro perbenismo, sporca le nostre strade a livello materiale, morale ed economico; è la feccia che non deve passare per le stesse strade che percorrono i nostri figli e le nostre figlie.

Non lo vogliamo vedere: lo straniero deve essere il più invisibile possibile, perché bisogna difendersi dal male; è meglio vederlo da lontano, almeno dall'altra parte della strada. Il samaritano passa per le strade che noi non frequentiamo. Se allarghiamo troppo il cuore e diventiamo compassionevoli con l'infelicità di tutti rischiamo di essere sopraffatti dal dolore.

"Il Samaritano ne ebbe pietà e si piegò su di lui": Dio si piega dal cielo verso la terra. Gesù si piegò sulla bara del figlio della vedova di Naim; si piegò a terra e scrisse parole per l'adultera. Gesù piegò il capo e spirò. La rivelazione della pietà di Dio si piega e si avvicina a coloro che i praticanti del perbenismo religioso e sociale non vogliono toccare e lasciano per terra per non essere contaminati.

Farsi amare da Dio

Chi è l'uomo steso a terra, verso cui solo uno straniero si piega? Non lo si distingue per religione, razza, cultura, intelligenza. Disgrazia o malattia colpiscono e non risparmiano nessuno. È chi cammina e nessuno ferma, perché deve seguire il ritmo e i tempi degli altri, parlare la lingua dei più anche se non la conosce.

Forse un giorno uno Straniero si piegherà su di me e potrò ricostruire la mia umanità.

Quando mi lascerò curare da Lui, che è l'unico che si piega. Quando mi metterò sulla strada di tutti, forse potrò incontrare il Messia. Quando mi troverò in mezzo agli ultimi, Lo incontrerò perché ha scelto l'ultimo posto.

Lasciarsi amare dallo Straniero, è farsi amare da Dio.

Lasciarsi evangelizzare dal non credente, può essere l'incontro con la Verità; imparare a vivere da chi sembra morto, può diventare il modo per rivivere; imparare da uno straniero, possiamo scoprire che il Messia è accanto a noi.



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