L'esperienza vissuta al crocevia
Ci siamo soffermati al "crocevia della missione", a Foligno, per una tappa di cinque giorni. Abbiamo visto volti, ascoltato storie da lontano, ma che ci sono familiari. Volti e storie, icone dell'unico giovane volto, echi dell'unica grande storia di Cristo, missionario del Padre per l'umanità, attraverso la modesta mediazione delle missionarie e dei missionari del beato Guido Conforti, impegnati per l'unica missione di evangelizzazione, in modi diversi con vari popoli del mondo. Difficile dimenticare questa breve ma intensa esperienza!
"Storie di Asia, volti di fede, storie di incontro e diversità, occhi di pace, tracce di un Dio che ha seminato luce". Il dialogo, sì: a cominciare dalle piccole cose quotidiane: personali e in famiglia, a scuola e al lavoro, nel divertimento e nell'impegno, sulle strade e nelle piazze, nella vita di preghiera, nella comunità e nella società; studiando e meditando i libri sacri e le culture, dove lo Spirito ha seminato il Verbo della vita; andando incontro alle persone, che Dio ama con paziente attesa.
"Storie di Africa, storie di vita, volti che invocano giustizia, gente che sogna, gente che crede, pronta a ricominciare". Giustizia e pace, sì: adottando uno stile di vita sobrio e solidale, senza cedere alle mode del tempo; curando l'informazione nostra e altrui, per conoscere e diffondere le iniziative di bene, che trasmettono speranza nella vita e nella novità; reagendo civilmente agli slogan di successo, che disprezzano e dividono parti della nostra umanità e attizzano l'ingiustizia e la violenza.
"Storie d'America, storie di chiesa, che vive nella gente, vangelo aperto vissuto insieme, un Dio vicino all'uomo". Chiesa viva e vivace, sì: perché dal battesimo siamo tutti figlie e figli nella stessa famiglia cristiana, discepoli missionari che crescono e camminano, responsabili di sé e delle sorti dell'umanità, collaboratrici e collaboratori di Cristo nel regno evangelico; ognuno con la nostra parte di impegno, gioioso e volontario, alimentato dall'ascolto della Parola di vita, dalla preghiera e dalla comunione.
Tutto questo, e quanto di più, abbiamo conosciuto e sperimentato al "crocevia della missione".
E adesso? Che strada prendo, in che direzione vado? Posso dire: "è stato bello: mi basta così!". Posso dire: "è stato bello: e vado avanti!".
Io vado avanti, "perché non è vero che una via o l'altra fa lo stesso; non è vero che ogni verità può andare bene; non è vero che ciascuno trova comunque la Sorgente della vita... Eccomi, Signore, manda me! Fino ai confini del mondo..." (Teresina Caffi).
Lo stesso beato Conforti, con la sua lettera "ai dilettissimi giovani" - a noi! -, fa ancora risuonare l'appello affettuoso: "Alzate i vostri occhi e guardate: la messe è veramente copiosa, ma gli operai sono pochi...". Giovani carissimi, se il Signore fa sentire nel cuore l'amoroso invito, non rispondete con uno scortese rifiuto, ma rispondete senza esitare: eccomi pronto, Signore; ti seguirò ovunque.
Non sollecito il vostro obolo. Vi propongo qualcosa di ben più grande. In nome di Dio, vi domando il sacrificio delle vostre giovinezze, del vostro ingegno, delle vostre energie e degli affetti più legittimi e cari. Ve lo domando in nome di Colui che ha dato tutto se stesso per noi. La via è aperta dinanzi a voi, giovani carissimi... La chiesa e le missioni attendono da voi cose grandi" (Conforti, 1925).
Teniamo in mente la storiella della "pulce sveglia" che punge e infastidisce tutti, per natura e per missione. Teniamo in mente la storia di Esaù e Giacobbe, che si vanno incontro e si abbracciano, per saldare il debito della fraternità in gratitudine, lottando con Dio.
La convinzione interiore e lo stile consistono proprio in questo: "donarsi per missione, camminare per missione". Con piccoli passi nella vita quotidiana (Asia); ammirando e additando le piccole / grandi meraviglie, che pur accadono nella distrazione generale (Africa); mettendoci sempre la nostra piccola parte, perché siamo consapevoli di essere discepoli missionari (America Latina).
Ci siamo incontrati e ri-conosciuti, ascoltati ed entusiasmati. Non perdiamo le nostre tracce; teniamoci in contatto, in modo intenso e frequente. Sarebbe interessante poter continuare i nostri "laboratori", i nostri "processi alla missione", magari sul sito web "Giovani e missione"...