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Gran cuore e buon umore, Così ricordo mons. Lorenzo Rosada

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Nella festa di san Martino, lo scorso 11 novembre, il vangelo riportava l'insegnamento di Gesù sulla resurrezione dei morti e la vita eterna: "il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe è Dio dei viventi, perché tutti vivono per lui" (Lc 20, 37-38).

L'ultimo "san Martino"

Mons. Lorenzo Rosada si apprestava a commentare questo brano, durante la Messa nella chiesa di S. Giacometo di Rialto, di cui era rettore. Arrivato faticosamente in chiesa, mandò i fedeli ad ascoltar Messa altrove e fece chiamare i soccorsi. Gli mancava il respiro. Ricoverato in terapia intensiva e assistito da suor Giacomina, superiora della casa di riposo "Cardinal Piazza", di cui don Rosada era direttore, sembrava si riprendesse, tanto che consigliò alla suora di tornare alla casa di riposo.

"Rimanderemo a più tardi la festa del suo compleanno", lo salutò suor Giacomina. Il giorno prima ne aveva compiuto 82. E don Lorenzo rispose: "Mi raccomando, tenga su di morale i miei orfanelli", come definiva scherzosamente i numerosi ultraottantenni della casa.

Appena arrivata alla sua comunità, suor Giacomina ricevette la notizia che don Lorenzo aveva fatto veramente "san Martino" per l'ultima volta.

La missione e la scuola

Don Lorenso, come tutti lo chiamavano, aveva fatto tante volte "san Martino" nei suoi 58 anni di sacerdozio. Cappellano a S. Simeon, fu vice-rettore e professore di lettere e religione in seminario e nelle scuole pubbliche. Le sue battute argute gli attiravano la simpatia degli studenti, che ne apprezzavano poi anche le correzioni e i suggerimenti.

Fu parroco a S. Moisè e infine per trent'anni, direttore del centro missionario della diocesi di Venezia. Durante questo tempo, ebbe anche l'incarico della "pastorale scolastica", che gli permise di portare il pensiero missionario nella scuola. Da dieci anni era direttore della casa "Cardinal Piazza" per il clero e per anziani.

Ci manca davvero!

Suor Amata Marcanio, francescana di Cristo Re, di lui scrive: "Con don Lorenzo ho lavorato come segretaria del centro missionario diocesano. Ho avuto modo di apprezzarne i doni di intelligenza e di cuore, che ha saputo mettere a servizio del regno di Dio, in modo particolare delle missioni e dei missionari. Don Lorenzo non si è mai risparmiato, anche se aveva problemi di deambulazione.

Ricordo la gioia limpida fino alle lacrime, per aver potuto aiutare, consolare, ridare speranza e fiducia o il perdono di Dio a chi si rivolgeva a lui. La sua abituale serenità, il suo rapporto positivo con le persone, il suo buon umore, la sua forte carica di umanità e carità, ce lo hanno fatto amare e stimare. Ora davvero ci manca".

Grazie per sempre, "don Lorenso"

Mons. Lorenzo Rosada mancherà tanto anche a noi saveriani. Tutti coloro che lo hanno conosciuto in questi 30 anni lo ricordano come un vero, grande amico e benefattore. "Ci ha voluto bene", è il commento generale. Veniva volentieri a trovarci. Ci aveva chiesto di poter trascorrere da noi una settimana in preghiera, in preparazione al suo 80° compleanno. Varie volte ha ospitato, per puro amor di Dio e delle missioni, nella casa "Cardinal Piazza" una quindicina di saveriani, provenienti dalle comunità del nordest per il loro ritiro spirituale. Con noi celebrava la Messa e ci facilitava la visita ai diversi luoghi d'arte di Venezia.

Ha apprezzato la presenza dei missionari saveriani e ne ha chiesto anche la collaborazione per l'ufficio missionario. Desiderava che i saveriani in diocesi fossero "la memoria" del comando missionario di Gesù e che tutte le parrocchie si aprissero a questa dimensione.

Ha curato la formazione delle persone impegnate nei gruppi missionari parrocchiali e organizzato diversi concorsi missionari tra i ragazzi delle elementari per aprirne la mente a una dimensione mondiale. La premiazione era fatta dal Patriarca in persona o da un suo delegato.

Caro don Lorenso, il 30 settembre scorso ci avevi promesso che saresti venuto ancora a trovarci, per tenere vivo il legame della nostra amicizia.

Sei sempre stato di parola, ora la tua amicizia presso il Signore ci è ancora più preziosa. Grazie per sempre.



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