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L’abitudine dell’accoglienza

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Erano gli anni ’70, quando partecipavo, come teologo, ai campeggi al Lago di Gusana a Gavoi. Poi, nel 1977, sono arrivato a Macomer. E ora, dopo tanto girovagare, eccomi di nuovo a Cagliari. Molto è cambiato da quegli anni: strada, costruzioni, persone… Anche la comunità saveriana si è arricchita di esperienze, che sta mettendo a disposizione della chiesa locale.

Penultimo arrivato, ho contribuito ad abbassare (si fa per dire) l’età. Dal 10 settembre 2020, ho ritrovato la stessa abitudine all’accoglienza che ti fa sentire subito bene, cominciando dalla comunità dei missionari (ognuno naturalmente alla sua maniera, ma in piccolo si concretizza il mapokeo, l’accoglienza in kiswahili). Ognuno cerca di fare del suo meglio per rendere la vita serena, anche in questo periodo di pandemia e io cerco di fare la mia parte. Cominciando a girare per Cagliari e dintorni, ho dovuto rimettermi a studiare la geografia per trovare dei punti di riferimento e non perdermi.

In queste prime settimane, abbiamo vissuto il conferimento del pallio al nuovo arcivescovo mons. Baturi, che ha fatto subito capire quale potrà essere il suo stile: accoglienza, ascolto e vicinanza alla gente. Poi altri piccoli incontri con persone che ci danno una mano per risolvere qualche problemino. Dal tecnico del computer (competente, paziente e sempre informato su questo mondo tecnologico), al barbiere che, prima di tagliarti i capelli, ti offre il caffè; alla gente a cui chiedi informazioni per strada… Che bello vedere i fenicotteri rosa che pescano con il loro lungo becco nello stagno di Macchiareddu, i monti circostanti e la città antica, raccolta intorno al Duomo e alle torri nel quartiere Castello… Tutti soggetti per un quadro.

Poi, ci sono gli amici ritrovati, che custodiscono un ricordo di quando si era più giovani. Questo e altro mi torna alla mente in questi giorni. Infine, la bella esperienza di celebrare l’Eucarestia il sabato sera e la domenica mattina a Boeria di santa Margherita di Pula (vedi foto) con tante persone che si lasciano coinvolgere nel riflettere insieme sulla Parola di Dio e che ti accolgono e ti salutano, contente per il reciproco dono della presenza.>
È proprio vero, basta poco per fare sentire bene le persone. Non sempre è facile, ma credo che tanti ci provino e io in questi giorni ho ricevuto tale dono e ne sono contento.



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