John Mpaliza, al liceo Volta
Il 5 maggio il Liceo Scientifico “A. Volta” ha organizzato un incontro con John Mpaliza, in collaborazione con il Centro missionario diocesano. La Vicepreside Anna Maria Borrello ha salutato i presenti in aula Magna, accogliendo il testimone e sottolineando l’importanza della formazione integrale dei giovani.
Sobrietà e consumo critico
John Mpaliza, come detto sopra, è in Italia da 24 anni; ingegnere informatico prima, attivista per la pace in Congo oggi. Si impegna in modo non violento per la giustizia sociale operando su due livelli: sensibilizzazione sulla violazione dei diritti umani riguardanti i minerali insanguinati e azione politica con appelli e petizioni alle istituzioni internazionali.
Mpaliza ha fatto riflettere i giovani sulla fortuna di vivere in Occidente rispetto ad altri popoli che soffrono per la crudeltà di pochi. “Reggio Calabria - afferma, sorprendendo i giovani - è una città del nord del mondo dal punto di vista africano”. Ha stimolato al consumo critico, alla sobrietà, perché ogni spreco corrisponde ad un aumento dello sfruttamento dei poveri da parte delle grandi multinazionali che investono in Africa causando distruzione e inquinamento.
I minerali, le violenze e il dottor Mukwege
Ha spiegato di non rincorrere la tecnologia a tutti i costi, perché spesso non rispetta le persone che la realizzano e invita a scegliere il commercio equo e solidale che rispetta le persone attraverso la tracciabilità del prodotto.
La proiezione di immagini sulle gravi condizioni nelle miniere di coltan e altri minerali in Congo hanno costituito un importante momento di riflessione sulle condizioni vissute dalle persone e in particolare dai bambini lavoratori. Anche le donne, spesso, sono vittime di violenza. Di loro, si è occupato Denis Mukwege, un ginecologo congolese che dal 1999 si prende cura di queste persone inermi.
Mukwege, che per il suo operato ha vinto svariati premi internazionali, ha realizzato un ospedale a Panzi, vicino alla città di Bukavu, per regalare alle donne del posto un luogo sicuro dove poter partorire. Mukwege ha curato più di 50mila donne dall’apertura del suo ospedale.
Mukwege si è laureato in medicina in Burundi e specializzato in Francia. Ha deciso di tornare in Africa per aiutare le donne del proprio Paese.
In marcia… verso l’Africa!
A fine intervento una studentessa ha chiesto: “I congolesi come risolvono questa situazione?”. John ha apprezzato la domanda e, per far comprendere la complessità della condizione vissuta, “rilancia” con un parallelo sapiente, considerando la realtà del Sud Italia. “La mafia esiste, come si combatte?”. Ha fornito anche la sua risposta: impegniamoci tutti insieme ad adottare stili di vita diversi, giorno dopo giorno. È una realtà complessa, ma bisogna impegnarsi a cambiare le cose, altrimenti non cambieranno mai e ognuno di noi ne è responsabile, perché siamo noi a costruire la società.
Nelle parole di John si legge la determinazione e la consapevolezza della realtà congolese violata. Non nasconde di aver subìto lutti familiari e ancora oggi ha una sorella dispersa. Per sdrammatizzare conclude l’intervento con la canzone sigla del cartone animato Il Re Leone, “Hakuna matata” (Non ti preoccupare) in swahili, sua lingua originaria.
Ha ripreso le tappe di sensibilizzazione in varie città, ripercorrendo l’Italia con la sua inseparabile compagna di viaggio, la chitarra, anche quando è in marcia, e una bottiglietta d’acqua sempre a disposizione. Prossima tappa: la Marcia in Africa in ottobre. Grazie, John, per la tua testimonianza di vita!