Nascita e sviluppo del CEM
Tema del "Paginone" di questo numero: CEM, Centro Educazione alla Mondialità
Il CEM sta per compiere 60 anni: è nato informalmente nel 1940 e ufficialmente nel 1942; suoi fondatori sono tre missionari Saveriani. Il CEM è nato come movimento destinato agli insegnanti della scuola italiana. In occasione di un evento pedagogico, i missionari fondatori rifletterono ad alta voce con il pedagogista Gesualdo Nosengo: "Noi andiamo per il mondo e conosciamo culture e religioni; abbiamo chiara percezione che il mondo è ormai un villaggio, o una grande casa e l’umanità è (dovrebbe essere) una famiglia. La nostra fede ci insegna che siamo non solo fratelli e sorelle ma anche figli e figlie di Dio. Questo messaggio di universalità noi missionari sentiamo di dover trasmettere ai giovani; ma la nostra vocazione missionaria ci vuole in terre lontane. Come fare? Ecco, potremmo dar vita a un movimento per la scuola, direttamente per gli educatori e, quindi, indirettamente per tutti gli alunni!
Questo è oggi il CEM: il miracolo di un movimento con uno o due Saveriani nella direzione, una cinquantina di collaboratori - volontari , altamente qualificati, migliaia di educatori che ad esso si ispirano e che usufruiscono degli strumenti CEM, milioni di studenti sensibilizzati.
Negli anni Sessanta la sigla CEM che stava per Centro di Educazione Missionaria, passò a significare Centro Educazione alla Mondialità. Questo neologismo "mondialità" fu scelto anche per la rivista del movimento che vide la luce nel 1972. Nella sua lunga tradizione CEM ha fornito strumenti per esplorare la storia come cammino dell’umanità, la geografia come scienza dell’uomo nel suo ambiente, la letteratura come patrimonio soprannazionale, la poesia come mistica che accomuna i popoli, la religione come fede nel trascendente, speranza di eternità, amore fraterno…
Per raggiungere i suoi obiettivi CEM propone: l’educazione come pratica della libertà, la decostruzione o superamento di ogni etnocentrismo, la pedagogia narrativa, il volto dell’altro, la pedagogia dei gesti, l’interdisciplinarietà. CEM ha contribuito ad una nuova coscienza nella scuola, che possiamo riassumere in questa espressione, cara a Don Tonino Bello: convivialità delle differenze, con questi nuclei:
* convivialità delle differenze basilari: sarebbe illusione pensare che si possa fare dialogo religioso e culturale se si ignorano le diversità di genere (bambino-bambina), i regionalismi, le intelligenze multiple, l’integrazione del portatore di handicap;
* convivialità tra le culture: contro la xenofobia e la disparità tra le culture. Quindi il CEM difende la dignità, il diritto e la ricchezza di ogni cultura e propone un progetto pedagogico in favore dell’interculturalità non è fenomeno naturale;
* convivialità delle religioni: contro l’intolleranza religiosa, per "non schiacciare il sogno altrui" e per non dimenticare che "Dio è presente ovunque, prima che il missionario arrivi";
* convivialità delle responsabilità o cittadinanza attiva: si intendono qui i valori che il termine "mondialità" include: la pace, lo sviluppo, la cura dell’ambiente, i diritti umani. La scuola deve trasmettere il senso etico della responsabilità civica, della partecipazione al bene comune.
CEM, come s’è detto, ha scelto gli insegnanti della scuola di ogni ordine e grado come suoi primi destinatari, ma è diventato movimento di opinione riconosciuto a livello nazionale e da anni interviene in tutti i contesti sociali dove si instaura un rapporto educativo: famiglia, associazione, gruppo.
CEM è riferimento obbligatorio sull'interculturalità in questa Italia "plurale" con presenza crescente di immigrati.
- p. Arnaldo De Vidi, sx.
Direttore CEM