Da un paio di mesi, mi trovo ospite nella Fraternità San Lorenzo in San Pietro in Vincoli. Questa struttura è una casa di accoglienza per disabili e anziani fondata da un presbitero di Ravenna.
Il 10 agosto, memoria liturgica di San Lorenzo, il vescovo di Forlì mons. Livio Corazza ha presieduto la concelebrazione presenti i confratelli saveriani di San Pietro in Vincoli e alcuni presbiteri della zona. Un buon numero di amici e parenti ha partecipato all’Eucaristia, seguita dal rinfresco. Il vescovo Livio, reduce dalla Giornata Mondiale della Gioventù, ha sottolineato uno dei messaggi rivolto da papa Francesco ai giovani e al popolo lusitano: Obrigado, cioè Grazie, vi sono riconoscente. Obrigado indica anche la disponibilità a ricambiare il favore ricevuto. Uno scambio che crea fraternità e pace.
Il vescovo Livio ha ricordato anche la tradizione che San Lorenzo sarebbe stato bruciato su una graticola sopra i carboni accesi. A questo fanno riferimento le stelle filanti che si vedono il 10 agosto. Più importante è il riferimento al fuoco di carità che contraddistinse il diacono Lorenzo. Incaricato dell’aiuto ai poveri di Roma, quando il prefetto gli ordinò di consegnare i beni della Chiesa fece chiamare i poveri e disse: “Questi sono i tesori della Chiesa”. Un esempio che parla ancora ai missionari e a tutto il popolo cristiano.
In questa struttura celebro la Santa Messa per le suore e gli ospiti che sono in grado di venire in cappella. Ricevo visite dei confratelli e ogni tanto trovo il modo di andare in casa saveriana per qualche appuntamento. Anch’io dico… “Obrigado”.
Domenica 20 agosto, nell’Abbazia di Santa Maria del Monte di Cesena, si è tenuta la commemorazione del 200° anniversario della morte del Papa Pio VII. Nato a Cesena il 14 agosto 1742 dalla nobile famiglia Chiaramonti, entrò in giovane età nel monastero benedettino di Cesena. Ordinato presbitero, fu in seguito nominato vescovo di Tivoli e poi di Imola e creato cardinale da un altro papa cesenate, Pio VI.
Pio VII dovette subire l’ostilità degli imperi europei, in particolare l’invasione degli stati pontifici da parte di Napoleone che lo tenne prigioniero a Savona per circa tre anni. Caduto Napoleone, Pio VII tornò a Roma ricevuto trionfalmente dalla popolazione.
Carattere mite e forte, uomo colto e attento, aprì la Chiesa alle nuove realtà culturali e politiche del suo tempo. La diocesi di Savona ha iniziato il processo di beatificazione. Ora Pio VII è Servo di Dio. In occasione del 200° anniversario della morte, si è tenuta una solenne concelebrazione presieduta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità Papa Francesco, nell’Abbazia Benedettina di Cesena.
Per l’occasione, il vescovo di Cesena, mons. Douglas Regattieri, ha invitato i vescovi della regione oltre ai vescovi di Tivoli e Savona. Erano presenti alcuni abati benedettini da varie parti d'Italia. Con me per i saveriani c’era anche p. Piero Pierobon.
Nell’omelia il Cardinale ha definito Pio VII “uomo di santità, prudenza e fermezza in uno dei momenti più difficili della storia della Chiesa”. Nel confronto con Napoleone, Pio VII ha dimostrato un coraggio impareggiabile e ha testimoniato “una fede che non si ferma davanti a ciò che appare umanamente impossibile”.
