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Incontrare Dio, servire l'umanità

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 La preghiera riconduce all'azione

Senza la preghiera, tutto l'impegno dell'apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni; ma l'orazione riconduce al cammino, all'azione. L'esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell'incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l'amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio.

Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a "salire sul monte", a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la chiesa; anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l'intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa. (messaggio all'Angelus del 24.2.'13)

Tentazioni per servire i propri interessi

Le tentazioni sono anche false immagini dell'uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone. Consistono sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita e in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l'io o Dio? L'interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?

Gesù ha preso da noi le tentazioni, per donare a noi la sua vittoria. Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento contro lo spirito del male: l'importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il Vincitore. E per stare con lui, rivolgiamoci alla Madre Maria: invochiamola con fiducia filiale nell'ora della prova, e lei ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio divino, per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio al centro della nostra vita. (messaggio all'Angelus del 17.2.'13)

Fede e carità per annunciare il vangelo

La fede ci invita a una conversione autentica al Signore Gesù, l'unico Salvatore del mondo. Accogliendo, attraverso la fede, la rivelazione dell'amore salvifico di Dio nella nostra vita, la nostra intera esistenza è chiamata a modellarsi sulla novità radicale introdotta nel mondo dalla risurrezione di Cristo. La fede è una realtà viva che bisogna continuamente scoprire e approfondire affinché possa crescere.

È la fede a dover orientare lo sguardo e l'azione del cristiano, poiché è un nuovo criterio d'intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell'uomo. L'anno della fede è un'opportunità propizia per intensificare la testimonianza della carità. La fede senza la carità non porta frutto e la carità senza la fede sarebbe un sentimento in balia costante del dubbio. Fede e carità si esigono a vicenda, così che l'una permette all'altra di attuare il suo cammino.

Per vivere questa testimonianza della carità, è indispensabile l'incontro con il Signore che trasforma il cuore e lo sguardo dell'uomo. In effetti, è la testimonianza dell'amore di Dio per ognuno dei nostri fratelli in umanità a dare il vero senso della carità cristiana. Questa non si può ridurre a un semplice umanesimo o a un'opera di promozione umana. L'aiuto materiale, per quanto necessario, non è il tutto della carità, che è partecipazione all'amore di Cristo, ricevuto e condiviso. Ogni opera di carità autentica è dunque una manifestazione concreta dell'amore di Dio per gli uomini e perciò diviene annuncio del vangelo.

I gesti di carità, generosamente compiuti, permettano a ognuno di progredire verso Cristo, che non smette mai di andare incontro agli uomini! Cresca in voi il desiderio di testimoniare sempre la vostra fede laddove vi trovate! (breve discorso all'associazione "Pro Petri", 15.2.'13)

San Guido e l'urgenza del vangelo    

Fin da fanciullo san Guido Conforti diede prova di un carattere fermo nel seguire la volontà di Dio, nel corrispondere in tutto a quella caritas Christi che, nella contemplazione del Crocifisso, lo attraeva a sé.

Egli sentì forte l'urgenza di annunciare questo amore a quanti non ne avevano ancora ricevuto l'annuncio, e il motto "la carità di Cristo ci spinge" sintetizza il programma dell'istituto missionario a cui egli, appena trentenne, diede vita: una famiglia religiosa posta interamente a servizio dell'evangelizzazione, sotto il patrocinio di san Francesco Saverio.

Questo slancio apostolico san Guido fu chiamato a viverlo nel ministero episcopale a Ravenna e a Parma: con tutte le sue forze si dedicò al bene delle anime a lui affidate, soprattutto di quelle che si erano allontanate dalla via del Signore. La sua vita fu segnata da numerose prove, anche gravi. Egli seppe accettare ogni situazione con docilità, accogliendola come indicazione del cammino tracciato per lui dalla Provvidenza divina.

Egli per primo sperimentò e testimoniò quello che insegnava ai suoi missionari, che cioè la perfezione consiste nel fare la volontà di Dio, sul modello di Gesù Crocifisso. Nel contemplarlo, egli vedeva spalancarsi l'orizzonte del mondo intero, scorgeva l'«urgente» desiderio, nascosto nel cuore di ogni uomo, di ricevere e di accogliere l'annuncio dell'unico amore che salva. (omelia della canonizzazione, 23.10.'11)



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