Il futuro è di Dio, il futuro è nostro
La gioia e il sano ottimismo
Noi siamo eletti. Dio mi ha conosciuto da sempre, da prima della nascita. Dio mi ha voluto come cristiano e come portatore del suo vangelo. Dio ha pensato a me, mi ha cercato tra milioni: mi ha visto e mi ha eletto, non per i miei meriti, ma per la sua bontà. Ha voluto che io sia portatore della sua elezione, che è sempre missione e responsabilità per gli altri.
Dobbiamo essere grati e gioiosi per questo. Essere lieti non è trionfalismo; è gratitudine. Dobbiamo re-imparare questa gioia, per il grande dono di conoscere Gesù Cristo, il volto umano di Dio in questo mondo! Dobbiamo essere gioiosi perché Dio ci ha dato questa grazia di conoscere la pienezza della verità di Dio, la gioia del suo amore.
Noi siamo eredi del futuro di Dio. Eredità è una cosa del futuro; perciò come cristiani noi abbiamo il futuro: il futuro è nostro; il futuro è di Dio. L'albero della chiesa non è un albero morente, ma l'albero che cresce sempre di nuovo. La chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Non lasciamoci impressionare dai profeti di sventura.
C'è un falso ottimismo e un falso pessimismo. Il falso pessimismo dice: il tempo del cristianesimo è finito. No: comincia di nuovo! Il falso ottimismo dice: va tutto bene. No: non va tutto bene. Ci sono anche cadute gravi, pericolose, e dobbiamo riconoscere con sano realismo che così non va; non va, dove si fanno cose sbagliate. Ma anche essere sicuri che se qua e là la chiesa muore a causa dei peccati e della non credenza degli uomini, nello stesso tempo, nasce di nuovo. Il futuro è realmente di Dio: questa è la grande certezza della nostra vita, il nostro vero ottimismo. La chiesa è l'albero di Dio, che vive in eterno e porta in sé la vera eredità: la vita eterna. (dalla "lectio" al seminario romano, 8.2.'13)
"Sacerdoti, siate uomini di preghiera"
Cari sacerdoti, so che lavorate con zelo e intelligenza, senza risparmio di energie. Il Signore Gesù, al quale avete consacrato la vita, è con voi! Siate sempre uomini di preghiera, per essere anche maestri di preghiera. Le vostre giornate siano scandite dai tempi dell'orazione, durante i quali vi intrattenete in colloquio rigenerante con il Padre.
Non è facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita è frenetico e le occupazioni assorbono. Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è fondamentale. Tante cose ci premono, ma se non siamo interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente neppure agli altri.
L'Eucaristia è la sorgente e il culmine di tutta la vita cristiana. Cari sacerdoti, possiamo dire che lo è per noi, per la nostra vita sacerdotale? Quale cura poniamo nel prepararci alla Messa e nel celebrarla, nel rimanere in adorazione? Le nostre chiese sono veramente "casa di Dio", dove la sua presenza attira la gente, che purtroppo oggi sente spesso l'assenza di Dio?
Il sacerdote è per i fedeli: li anima e li sostiene nel loro cammino di fede, nel coltivare la speranza, nel vivere la carità, l'amore di Cristo. Abbiate sempre una particolare attenzione anche per il mondo giovanile. Spalancate le porte delle parrocchie ai giovani, perché possano aprire le porte del loro cuore a Cristo!
Un particolare pensiero ai monaci e alle monache di clausura, il cui servizio di preghiera è così prezioso per la comunità ecclesiale. Esorto voi seminaristi a rispondere con generosità alla chiamata del Signore e alle attese del popolo di Dio, preparandovi alla missione con una solida formazione umana, spirituale, teologica e culturale. (dal discorso a sacerdoti e religiosi, Palermo 3.10.'10)