Padre Gianvito è un saveriano pugliese, originario di Castellana Grotte, della diocesi di Conversano. Ha deciso di diventare missionario a 27 anni ed è diventato sacerdote nel 1983. Lavora in Bangladesh, da dove finalmente ci scrive.

Ho saputo che tanti cari amici e lettori di "Missionari Saveriani" mi cercano e desiderano sapere dove sono e cosa faccio... Eccomi a scrivere due righe, per raccontarvi qualcosa della mia vita in Bangladesh. 

Per un periodo di sei anni sono vissuto a Chittagong, la più grande città portuale a sud del Bangladesh, nel golfo del Bengala. Ero responsabile di una parrocchia e "cappellano del mare". Mi occupavo dei marinai e del personale delle navi che approdavano al porto un po' da tutto il mondo.

Da gennaio del 2006, invece, i superiori mi hanno mandato a Dhaka, la capitale del Bangladesh. Qui sono rettore della casa di formazione per i giovani bengalesi che desiderano diventare missionari saveriani e studiano filosofia.

Un anno di riflessione

Lo scorso novembre, durante l'assemblea dei saveriani, abbiamo deciso che per un anno, il 2008, non avremmo accolto nuovi candidati per gli studi di filosofia e per il noviziato. È un anno di riflessione, in cui cerchiamo di ristrutturare il personale per la formazione e l'animazione vocazionale tra i giovani del Bangladesh. Decideremo anche da quale livello scolastico accetteremo i giovani che desiderano diventare messaggeri del Signore nella sua vigna, come missionari.

Così, al momento, sono senza giovani, e quindi sono... senza lavoro. Qui in comunità siamo in tre: l'indonesiano p. Anton Wahyudi lavora come "animatore vocazionale"; il bresciano p. Riccardo Tobanelli è "animatore sociale"; io sono responsabile della formazione.

Cerco di essere un bravo...

Il Signore non fa mancare il lavoro. Non sono impegnato direttamente nell'attività sociale, anche se non mancano i contatti con gli studenti e gli ammalati. Il mio campo di azione è soprattutto spirituale: porto la Pasqua di nostro Signore nel cuore delle persone. Oltre a celebrare l'Eucaristia e la riconciliazione in varie comunità, sono impegnato nella lectio divina e nella spiegazione della sacra Scrittura ai futuri operatori ecclesiali che si preparano nei seminari e nei noviziati delle congregazioni femminili e maschili che lavorano in Bangladesh.

Nella mia debole fede, cerco di essere obbediente a quel grave mandato del Signore che è scritto nel vangelo di Matteo: "Andate e fate miei discepoli tutti i popoli, insegnando loro a osservare tutte le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Mt 28,19-20).

 Cerco di condividere con le persone la mia personale relazione con Gesù, come figlio e discepolo. Pur consapevole che solo uno è il maestro - Gesù Cristo - e che noi tutti siamo discepoli, vado in giro insegnando quello che Gesù ha comandato.

Messaggeri di salvezza

Sono convinto di cercare il senso più completo e profondo possibile dei testi della Bibbia, di ascoltare nel modo più aperto possibile la Parola della Scrittura, per lasciarmi criticare da questa Parola e far sì che possa risolvere i problemi profondi del mio cuore, giungendo a una vita guidata non dai miei desideri e progetti, ma dallo Spirito Santo e dalla volontà del Padre celeste, per essere nella pace.

 Questo è quello che sto cercando di fare, con tutti i miei limiti, affinché la Parola penetri nelle "giunture delle midolla": "Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più di una spada affilata e penetrante, fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore" (Ebrei 4,12).

Solo così possiamo diventare messaggeri di Dio per la salvezza dell'umanità.