Il Trattato sulla proibizione
Vista l’insufficienza del “Trattato di non proliferazione” nel ridurre la corsa agli armamenti nucleari e, soprattutto, considerando gli effetti devastanti e irrimediabili delle armi atomiche, a livello internazionale si è attivata una coalizione della società civile che, nel 2007, ha dato vita alla Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons - ICAN, Premio Nobel per la Pace 2017). Insieme a diversi Stati, questa campagna ha promosso un nuovo trattato internazionale: il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). È entrato in vigore il 22 gennaio 2021 e la Santa Sede è stata tra i principali promotori e primi firmatari. È il primo Trattato internazionale legalmente vincolante per la completa proibizione delle armi nucleari e prevede un percorso verso la loro completa eliminazione. Il Trattato è stato fortemente osteggiato da tutte le potenze nucleari, compresi i Paesi della Nato.
Anche l’Italia, per la prima volta nella sua storia, non ha partecipato ai lavori preparatori ed ha votato contro il trattato. Eppure, come ha dimostrato un’ampia indagine di opinione, la gran parte degli italiani non solo è contraria ad ospitare sul territorio nazionale bombe nucleari, ma anche ai cacciabombardieri in grado di impiegarle! Ben otto su dieci degli intervistati chiede inoltre che il nostro Paese aderisca al Trattato per la messa al bando. Proprio per questo, numerose associazioni della società civile, tra cui la Rete italiana pace e disarmo, già dal 2017 hanno promosso l’iniziativa “Italia ripensaci” per chiedere al governo dei passi concreti per aderire al Trattato, tra cui la partecipazione, almeno come osservatore, alla prossima conferenza delle Nazioni Unite. All’iniziativa hanno aderito più di un centinaio di comuni italiani e tra questi numerosi comuni della provincia di Brescia, compreso il capoluogo. Non solo, la “leonessa d’Italia” dal 2017 promuove anche il “Festival della Pace”. All’edizione del 2021 sono intervenuti il coordinatore del network di ICAN, Daniel Högsta, mentre la delegata dell’Onu per il Disarmo, Izumi Nakamitsu, e l’attivista ICAN sopravvissuta al bombardamento atomico di Hiroshima, Setsuko Thurlow, hanno inviato i loro video messaggi. Piccoli, ma importantissimi passi, verso un mondo finalmente libero dalle armi nucleari.
Rete Italiana Pace e Disarmo è nata nel settembre 2020 dall'unificazione di due organismi storici del movimento pacifista italiano: Rete Italiana Disarmo (fondata nel 2004) e Rete della Pace (fondata nel 2014). Composta da una settantina di associazioni, coordina le attività internazionali e nazionali sui temi della pace, del disarmo, della spesa militare e del controllo degli armamenti. Sito: www.retepacedisarmo.org