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Il sillabario della Pace: Il Papa ci educa alla pace

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Tema del "Paginone": La pace è possibile, anzi è doverosa!

"Sillabario": una parola che risuona in noi come un'eco di tempi lontani quando, nel primo anno di scuola, ci era dato il libro sul quale cominciavamo a leggere lettere e sillabe. Bei tempi! Ai nostri giorni il Papa, nel suo Messaggio per la giornata mondiale della pace, ci ricorda il dovere di educarci alla pace, dandoci "quasi un sillabario su questo fondamentale argomento".

Il secolo delle guerre

La storia del secolo, che si è appena chiuso, ha convinto l'umanità che ormai bisognava unirsi per "preservare le future generazioni dal flagello della guerra che, per due volte nell'arco di una vita umana, ha inflitto indicibili sofferenze all'umanità" (Carta delle Nazioni Unite).

Ma anche questo non è bastato: quante guerre sono state combattute …fino alle ultime due guerre dell'Iraq e a quella dell'Afghanistan e alla lunga guerra tra Palestina e Israele, che sono come le punte di un iceberg sotto le quali sono nascoste tutte le altre guerre che purtroppo si stanno combattendo nel mondo dei poveri, soprattutto in Africa; guerre che si svolgono sotto gli occhi indifferenti di tutti e di cui nessuno o quasi parla mai.

Il dovere della pace

Apriamo allora questo sillabario. Ci serve ad imparare che cosa è la pace, come la si conserva, la si difende e la si promuove. Per noi cristiani, dice il Papa, l'educarci alla pace appartiene "al genio stesso della nostra religione", perché per noi cristiani proclamare la pace è annunziare Cristo che è "la nostra pace", annunziare il vangelo che è "vangelo della pace" e invitare tutti alla beatitudine di essere "costruttori di pace".

Oggi tanti uomini, e anche tanti cristiani, di fronte alle tragedie che affliggono il nostro pianeta, sono tentati di cedere al fatalismo. Credono che la pace sia un ideale irraggiungibile, fino a ritenere che la guerra sia lo strumento, necessario e inevitabile, per mantenere la pace. "Se vuoi la pace, prepara la guerra", dicevano gli antichi romani. Il nostro Papa, debole nel corpo ma ancora forte nello spirito, non si stanca di dire, voce unica nella storia, che la guerra, neppure quella preventiva, non serve alla pace. Afferma che "la pace è possibile, anzi la chiesa non si stanca di ripetere: la pace è doverosa".

Apriamo il sillabario

Per educarci alla pace, egli ricorda alcune nozioni fondamentali di questo sillabario: "L'umanità ha bisogno di ritrovare la strada della concordia, scossa com'è da egoismi e da odi, da sete di dominio e da desiderio di vendetta".

Bisogna che gli individui e i popoli rispettino l'ordine internazionale e osservino gli impegniassunti, vincendo "la tentazione di fare appello al diritto della forza piuttosto che alla forza del diritto". Non è il più forte o il prepotente quello che ha sempre ragione!

E ancora, "la lotta al terrorismo non può esaurirsi soltanto in operazioni repressive e punitive. È essenziale una coraggiosa e lucida analisi delle motivazioni soggiacenti agli attacchi terroristici".

Anche nel reprimere il terrorismo, bisogna "tenere sempre conto dei fondamentali diritti umani: il fine non giustifica mai i mezzi!". In altre parole: anche i terroristi sono degli esseri umani da rispettare, anche se essi non fanno altrettanto. Nel vangelo non c'è posto per la vendetta.

La famiglia delle nazioni

"Da sola la giustizia non basta. Può anzi arrivare a negare se stessa, se non si apre a quella forza più profonda che è l'amore. Non c'è pace senza perdono". Non ci potrà essere una vera soluzione "fino a quando non ci si deciderà a superare la logica della semplice giustizia per aprirsi anche a quella del perdono". Il mondo deve ritrovare la strada di costruirsi come "famiglia di nazioni".

È questo anche lo scopo della missione e la ragione di essere dei missionari, secondo l'intuizione del beato Conforti: "fare del mondo una sola famiglia".



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