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Il seme nasce nel silenzio

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Papà Victor, della comunità congolese di Cihamba (in Congo), era responsabile del quartiere, catecumeno, malato di tumore. Aveva chiesto e ricevuto “i segni della fede”, i sacramenti. Una grande gioia era entrata in lui e nella sua casa. Al missionario e ai familiari ha detto:

“Sono felice. Posso morire stasera, questa notte o domani, non m'importa. Il Signore è con me!”.

“Fra poco - scrive padre Giuseppe - farò visita alle nostre scuole, passando classe per classe: sette elementari e tre superiori. Sarà un incontro con gli alunni per confermarli nella fede. Padre Roberto ha già fatto una settimana di vacanza per i bambini: torneo di pallone, passeggiate, teatro, con un bicchiere di latte e soja per prendere forza. Erano duemila”.

È il libro della missione che continua, nel silenzio di mille e mille comunità sparse nei vari continenti. È l'edizione odierna degli Atti degli apostoli. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: “nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, imporranno le mani sui malati e questi guariranno” (Mc 16,17-18).
Come esegesi, leggo le parole del beato Conforti ai missionari partenti: “Bisogna formare famiglie cristiane, comunità cristiane, scuole, laboratori, collegi…”. Le opere sono i frutti dell'albero piantato nel mistero pasquale, sempre vivo e attuale nella vita della chiesa. Tante persone sono confortate da quei frutti.

Un giorno un giovane papà osservava il via-vai nel cortile della “casa dei bambini” della missione, un piccolo centro socio-sanitario per bambini denutriti e poveri della città. Gli chiesi: “Cosa pensi di questa casa?”. Mi rispose: “Non è la soluzione di tutti i problemi, ma per tanti di noi questa casa è un segno di speranza. C'è ancora gente capace di amare”.
Penso alle tante opere delle nostre missioni, alle scuole, alle case della carità, ai centri di accoglienza… Sono come una fontana nella piazza del paese, dove tutti possono attingere.

Ma il vero protagonista - il missionario ne è consapevole - è Dio-Spirito Santo. È lui la novità che opera nel mondo. Lui è la presenza del Dio-con-noi unito al nostro spirito. “Senza di lui - ha detto il metropolita Ignatios Hazim a Uppsala - Dio è lontano; il Cristo resta passato; il vangelo è lettera morta; la chiesa è una semplice organizzazione; l'autorità è una dominazione; la missione è una propaganda; il culto è un'evocazione; l'agire cristiano è una morale di schiavi. Ma in lui, il Cristo resuscitato è presente; il vangelo è potenza di vita; la chiesa significa comunione trinitaria; l'autorità è servizio liberatore; la missione è Pentecoste; la liturgia è memoriale e anticipazione; l'agire umano è deificato”.

Come una corrente. La missione è come un'inondazione dello Spirito tra i popoli che si esprime nell'incontro liberante con il Dio di Gesù Cristo, nella forza dei sacramenti e dei carismi, nella concretezza delle opere che esprimono la dignità dell'uomo e aiutano la crescita delle persone. Sono realtà diverse, che si completano e si sostengono a vicenda. Scaturiscono dall'unica fonte di Dio Amore, che è riversata nell'umanità come un fiume portato dalla corrente dello Spirito Santo. La teologia ha chiamato “ tradizione ” questa corrente o flusso di vita, segno della presenza del Signore Gesù, crocifisso e risorto, che accompagna e guida nello Spirito la comunità da lui radunata.
Scrive papa Benedetto XVI: “La tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini; il fiume vivo nel quale sempre le origini sono presenti; il grande fiume che ci conduce al porto dell'eternità”.

Grazie, Signore Gesù. Il tuo progetto di vita per l'uomo e per l'umanità è forte ; è duro . Ma è il più bello che si possa pensare: “Amatevi: questo è il mio comandamento. Non c'è amore più grande che dare la vita. Vi do la mia pace”. E lo prolunghi nel tempo, in ogni angolo della terra, fino a entrare nell'oscurità più profonda del cuore umano, dei difficili rapporti tra le persone e tra i popoli. Il tuo abbraccio si fa respiro eterno nell'oggi, nel quotidiano, illuminandolo, purificandolo, aprendolo alla vita. Grazie, Signore Gesù. Tu lo puoi perché sei Dio; sei il volto visibile del Padre, portato eternamente dallo Spirito. Tu sei speranza viva per tutti!



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