Il missionario per san Guido Conforti
Che idea ha il Conforti del missionario e quali obiettivi si prefigge nel formare i suoi missionari alla missione?
In un discorso in occasione della partenza per la Cina di alcuni suoi saveriani, il Conforti ci offre una definizione del missionario che suona come invito a contemplare il missionario di tutti i tempi, Gesù.
"Il missionario è la personificazione più bella e sublime della vita ideale. Ed egli a questo ideale sacrifica la famiglia, la patria, gli affetti più cari e legittimi. Si addentra a selve inospitali, attraversa deserti infuocati, slitta sui ghiacci del polo; non in cerca di oro e di gemme, ma unicamente in cerca di anime da conquistare alla fede di Cristo; pronto sempre a versare il proprio sangue, se questo sarà necessario per il bene dei fratelli, anzi col desiderio in cuore di suggellare con il martirio il proprio apostolato" (Discorso ai partenti, 16 nov. 1924).
Conforti ha voluto che i suoi missionari fossero consacrati completamente alla missione nella professione dei voti religiosi di povertà, castità, obbedienza, assieme al voto di missione.
I voti vogliono esprimere una profonda identificazione con Cristo, vedendo in lui la più grande ricchezza (povertà), l'amore che porta a donare la vita per tutti (castità), la gioia della dipendenza totale da Dio (obbedienza).
Nella sua Lettera "Testamento" il padre dei saveriani ha fornito alcune caratteristiche irrinunciabili per la sua famiglia missionaria: "Spirito di viva fede che ci faccia veder Dio, cercar Dio, amar Dio in tutto; spirito di obbedienza pronta, generosa, costante in tutto e a ogni costo; spirito di amore intenso per la nostra religiosa famiglia, madre dei membri che la compongono" (Lettera Testamento 10).