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Il futuro delle nostre origini, Pellegrinaggio a Napoli

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I missionari di vari istituti che seguono i giovani in Campania, insieme ai rappresentanti della pastorale giovanile e dei centri missionari di Napoli e Pozzuoli, ogni anno hanno la gioia di ritrovarsi. Questa volta eravamo una settantina.

Le catacombe di S. Gennaro

Ci siamo radunati nel piazzale della chiesa della Sanità, a Napoli. Subito dopo siamo andati a riflettere davanti alle catacombe di san Gaudioso, vescovo africano. Ci è stata ricordata l'importanza dell'accoglienza e di vincere i pregiudizi. Poi, pregando e cantando, ci siamo diretti alla chiesa di san Gennaro dei poveri. Il tema della testimonianza ci ha accompagnato per tutta la giornata.

Entrati nella basilica, vicina alle catacombe, un video ci ha presentato il "miglio sacro", l'antico cammino che dal duomo saliva fino alle catacombe, percorso da tanti cristiani prima di noi. Una forte emozione ci ha preso entrando nelle catacombe. Lì riposano i fratelli e le sorelle nella fede che hanno dato la vita per qualcosa d'importante: l'amore per Dio e per gli uomini. Viviamo l'Eucaristia in tre momenti: l'ascolto della Parola; il ricordo del battesimo; la visita alle tombe dei martiri.

L'ascolto della Parola

"Il futuro delle origini" è per noi dare significato alla vita di oggi, senza dimenticare da dove siamo partiti. I testimoni della fede hanno unito il loro sangue a quello di Cristo e ce lo hanno trasmesso. E noi portiamo nel nostro sangue il loro amore.

Davanti al battistero, dove i primi cristiani di Napoli sono stati battezzati, don Michele (del centro missionario diocesano) ci ha accolto e introdotto nella celebrazione: "Voi siete la Luce", dice Gesù. Ascoltando la sua Parola, ricarichiamo le forze, mentre nelle catacombe vediamo tante persone coraggiose che non hanno avuto vergogna del vangelo.

Don Michele ci ha ricordato che questo è "il nostro momento, perché la terra attende la primavera". Uomini venuti da lontano, anche dall'Africa, hanno versato il loro sangue nella nostra terra. Nelle catacombe Gesù ci ricorda che ha bisogno di noi: il mondo ha bisogno di noi!

Il battesimo e i martiri

Suonano le campane, è mezzogiorno. È il momento di rinnovare il nostro battesimo, intorno al battistero. Il mondo non ha confini, la terra è di tutti; dobbiamo abitare la terra come fratelli. Con il segno dell'acqua, ridiamo freschezza alla nostra vita e alla nostra fede. Con il segno della croce, bagnato dall'acqua del battesimo, continuiamo il nostro cammino celebrando l'Eucaristia.

Poi di nuovo rientriamo nelle catacombe e ci mettiamo in ascolto. San Gaudioso, san Gennaro e gli altri martiri ci parlano: ci comunicano i loro problemi e le gioie di averli superati, mescolando il loro sangue con quello di Cristo. Anche noi dobbiamo mescolare il nostro con quello di Cristo e dei fratelli, in ogni luogo e in ogni tempo. Passando davanti alle tombe, i volti dei martiri entravano nel nostro cuore. Erano persone importanti e semplici: uomini e donne, bambini che venivano da tutto il Mediterraneo, il "mare nostrum". Lo stesso mare che è anche tomba per tanti migranti di ieri e di oggi.

Liberi di volare

Poi "tornammo a riveder le stelle". Uscendo dalle catacombe, ringraziamo i giovani della cooperativa che con entusiasmo si dedicano alla conservazione di questo gioiello, di questo dono delle "origini", vissuto ancora nel presente per un futuro migliore.

La giornata continua in seminario con la condivisione del cibo e della gioia. Abbiamo giocato, ci siamo divertiti, conosciuti e voluti bene. Una tappa del cammino è terminata, ma non ci fermiamo qui. Noi siamo "il futuro delle origini".

Non dimentichiamo il passato e con il nostro entusiasmo, "liberi di volare", vogliamo rendere il mondo migliore di come l'abbiamo trovato.



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