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Un’estate molto diversa, Campo giovanile a Fano

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Ci sono dei momenti speciali in cui ci sembra di toccare il cielo con un dito. Forse sto esagerando, eppure penso che questa sia l'impressione che hanno avuto alcuni giovani che hanno partecipato al campo missionario di Fano (PU). Il campo è stato organizzato dal centro missionario e guidato da un grande sacerdote, chiamato "Diso", insieme ad alcuni giovani che, entusiasti dei campi precedenti, hanno dedicato parte del loro tempo come animatori. Per la parte formativa hanno invitato anche noi saveriani.

Con cinque parrocchie

Al campo hanno partecipato cinque parrocchie nelle quali, di volta in volta, si è svolto il campo. Ogni giorno toccava a una delle cinque preparare il pranzo e la cena. Collaboratori volontari esperti di culinaria hanno preparato piatti deliziosi, che i giovani hanno divorato con appetito dopo la raccolta del mattino e le attività del pomeriggio.

La giornata iniziava al mattino con la raccolta di indumenti ancora buoni. Era anche l'occasione per invitare la gente a partecipare alla serata di festa che si sarebbe tenuta in parrocchia lo stesso giorno. Era anche una scusa perché le famiglie potessero raccontare la propria storia, offrendo ospitalità ai giovani che suonavano alla porta, facendo emergere così il cuore accogliente della gente marchigiana.

La condivisione di gruppo

Il pomeriggio era dedicato alla formazione, organizzata da noi saveriani. Con me c'erano anche tre giovani saveriani che studiano teologia a Parma, provenienti da varie parti del mondo. Hanno dato la testimonianza che è possibile fare del mondo una sola famiglia. Lo slogan del campo, scritto sulle magliette che indossavamo durante la serata, era: "L'essenziale è invisibile agli occhi".

Ecco i temi che abbiamo trattato: "Vincere la paura dell'altro", "Rompere l'etichetta che mettiamo agli altri", "Guardare nel cuore dell'altro".

Non sono state conferenze, in cui un esperto parla e gli altri ascoltano. Al contrario, ci sono stati molti momenti di condivisione in piccoli gruppi. Oltre ad affrontare un tema preciso, abbiamo avuto la possibilità di conoscere gli altri, applicando quegli stessi argomenti che trattavamo.

Quelle sere infinite

La formazione si concludeva con la partecipazione alla Messa in paese: una celebrazione vivace, con molti canti, tanto che la gente restava entusiasta. Dopo l'Eucaristia, c'era la cena offerta generosamente dalla parrocchia. Poi iniziava la serata in piazza.

C'era sempre tanta gente, con canti e scenette, giochi e testimonianze. Il tutto terminava a mezzanotte e poi... a nanna, anche se agli animatori spettava ancora un'ora di incontro per valutare la giornata e organizzare quella successiva! Ovviamente non tutti andavano subito a dormire, perché durante la notte era bello condividere e raccontarsi com'era andata la giornata, comprese le cose curiose accadute.

Un pensiero a chi non c'era

Anche se ho fatti tanti campi, ogni campo ha la sua particolare novità. Sicuramente anche questo campo rimarrà nel mio cuore. L'ultimo giorno, lasciandoci, era evidente il dispiacere di dover concludere un'esperienza così forte. A dire il vero, ho provato anche un po' di tristezza, perché da Ancona non ha partecipato alcun giovane. Purtroppo, non potranno mai sapere quello che si sono persi: le esperienze sono sempre uniche e irripetibili!

Ricordo quello che mi disse un giorno una giovane spagnola, incerta se fare o meno un'esperienza simile, ma che alla fine aveva scelto di partecipare: "Pensavo di essere felice, ma dopo quello che ho vissuto mi sono resa conto della gioia che mi sarei persa".

Quanti giovani pensano di essere felici; in realtà, non sanno quello che si perdono, e forse non lo sapranno mai, perché la vita non darà loro altre opportunità.



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