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Il carisma della missione: tutti siamo apostoli

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In tutti si formi la coscienza del proprio dovere apostolico. (Beato Guido Conforti)


Negli ultimi cinquant’anni ho conosciuto molte comunità ecclesiali. Sempre e ovunque ho ascoltato un lamento: mancano vocazioni, non ci sono più vocazioni! Si intende parlare delle vocazioni alla vita sacerdotale, religiosa e della consacrazione totale e per sempre alle missioni. Ed è vero. Lo stesso Gesù, vedendo le folle ne ebbe compassione e esclamò: “La messe è abbondante, ma i mietitori sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi mietitori nella sua messe” (Mt 9,37-38).

Non va, tuttavia, dimenticato che il dono della vita è vocazione, il matrimonio è vocazione, la vita cristiana è vocazione. Sì, la prima vocazione è il battesimo, che ci fa diventare missionari. Siamo stati immersi nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, coinvolti nel dinamismo d’amore, lanciati oltre i confini di noi stessi. Siamo diventati figli del Padre di tutti i viventi; siamo fratelli del Figlio che è missionario per tutti; abbiamo la vita dello Spirito che tutti ama.

A ragione, Conforti grida alla sua gente: “Tutti, dunque, facciamoci apostoli, perché tutti lo possiamo e lo dobbiamo nello stato e nella condizione in cui la divina Provvidenza ci ha collocati. Lo dovete voi sacerdoti, destinati a conservare e ad alimentare la fede in quelli che già la posseggono, venendo in aiuto anche delle pecore senza pastore. Lo dovete voi ricchi, riflettendo che i poveri più bisognosi sono quelli che non posseggono il bene inestimabile della fede. Lo dovete anche voi poveri, pensando che vi sono altri più poveri di voi perché destituiti, oltre che dei beni terreni, anche dei beni soprannaturali”. Perché sia chiaro che nessuno è escluso, aggiunge con un’espressione tipica del suo tempo: “Anche il devoto femminil sesso non deve rimanere estraneo all’opera dell’apostolato per una più intensa ed estesa propaganda missionaria”.

Diventa insomma un ritornello, ripetuto continuamente: formare in tutti i cristiani la coscienza del proprio dovere apostolico! Tutti i battezzati, uniti per la “santa causa”, possono far passare “sul mondo, assiderato dall’egoismo, una corrente di fuoco e di amore che spenga gli odi e le discordie e tutti muova all’affratellamento dei popoli, perché questo è il volere di Dio”.

Conforti crede che questo sia possibile oggi, tempo in cui “il sentimento più diffuso della solidarietà, l’abitudine invalsa di contribuire ad ogni opera buona che stenda la mano, un senso di maggiore oggettività nel giudicare persone e cose ed una relativa agiatezza più largamente distribuita, fanno sì che il popolo sia più disposto a venire in aiuto anche delle missioni cattoliche. E spetta al clero approfittare di queste felici disposizioni facendole convergere alla dilatazione del Regno di Dio”.



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