Skip to main content

Chiamati alla missione: Rosetta, modello del futuro

Condividi su

Padre Piero Gheddo, cugino di Rosetta, è molto conosciuto nel mondo missionario: per molto tempo direttore delle riviste del PIME di Milano, ha scritto più di 60 libri, ha collaborato e collabora con vari giornali e riviste, ha compiuto più di 50 viaggi nelle missioni di ogni continente.

Rosetta no. Missionaria anche lei, è partita una volta sola, per il Congo (exZaire) e vi è rimasta 34 anni: sempre a Goma, nel Kivu, ai confini con il Ruanda, dove è morta il 9 novembre 1999. Goma fu la città dei più spaventosi campi profughi e dei più terribili massacri negli anni ’90.

34 anni a Goma

Rosetta non ha mai voluto che suo cugino scrivesse di lei; non gli ha mai rilasciato un’intervista. Solo dopo la sua morte, padre Piero è riuscito a raccogliere un’ampia serie di ricordi, lettere e testimonianze (L’Africa di Rosetta, EMI, Bologna 2000). Nella presentazione scrive: “Cosa ha fatto Rosetta a Goma in 34 anni è quello che ci siamo sempre chiesti, anche noi suoi parenti: non parlava quasi mai di sé…”. E conclude: “Vorrei dire che questa laica consacrata a Dio e alla chiesa è un modello di missionaria alle genti per il futuro: non protagonisti della missione (come sono stati in genere i missionari), ma donna umile e nascosta che ha servito con intelligenza, efficienza e fedeltà una chiesa d’Africa”.

Una piccola roccia

Rosetta era una giovane dell’azione cattolica. Dopo un corso di esercizi spirituali, si sentì chiamata alla missione e il suo direttore spirituale le suggerì di appoggiarsi alle AFI (ausiliarie femminili internazionali), nate in Belgio per opera di Yvonne Poncelet. Lei partì subito per Bruxelles e poco dopo per Goma. A Goma avrebbe incontrato più tardi la comunità di p. Silvio Turazzi, saveriano, il quale ricorda: “In casa la chiamavamo la roccia o roccetta… Paola, la nostra missionaria morta in un incidente stradale, diceva: Rosetta è proprio una roccia, una piccola roccia. Tu ti avvicini a lei e sai che lei non molla, perché senti che è poggiata su Dio, come la casa sulla roccia di cui parla il vangelo”. A servizio della chiesa.

L’episodio più doloroso della vita di Rosetta fu la sua uscita dalle AFI, quando queste modificarono il loro statuto di vita. Lo stesso padre Turazzi scrive: “Non so bene come siano andate le cose. Le AFI avevano cambiato molto. Erano nate come ausiliarie femminili internazionali e avevano adattato le strutture per accogliere anche delle famiglie, per cui il celibato diventava una cosa relativa. Rosetta diceva: “La mia appartenenza dev’essere come l’ho accolta alle origini, donne consacrate nel mondo al servizio di Dio nella chiesa”. Questo abbandono le costò molto, perché voleva dire non essere più legata a niente; ma allo stesso tempo, rese più forte il suo legame alla chiesa locale di Goma.

Solo donazione

Non so perché, ma quando cerco di abbinare una figura di missionario alla vicenda del grande padre della nostra fede, il patriarca Abramo, mi viene sempre in mente questa donna: donna di fede, donna di preghiera, donna di silenzio, donna di umiltà e di carità incommensurabile, donna fragile, donna sola e solitudine aperta alla comunione della sua chiesa di Goma e della chiesa universale. Come Abramo, Rosetta è partita una volta sola e ha accolto il futuro di Dio: nessun progetto suo, nessuna sua programmazione, nessun legame.

Morendo nel suo letto, una notte a Goma, senza disturbare nessuno, pose il sigillo a un’esistenza che fu solo donazione, come dovrebbe essere quella di ognuno di noi.



Scarica questa edizione in formato PDF

Dimensione 16533.72 KB

Gentile lettore,
Continueremo a fare tutto per portarvi sempre notizie d'attualità, testimonianze e riflessioni dalle nostre missioni.
Grazie per sostenere il nostro Giornale.


Altri articoli

Edizione di Marzo 2006

È proprio un altro mondo

La vita di missione è invidiabile per la varietà che presenta ogni giorno, con le sue gioie, i dolori e le preoccupazioni. Le difficoltà e le aspre...
Edizione di Gennaio 2009

In memoria di un amico, Ricordi di p. Rigodanza

A Mazatlan (Messico) dove si trovava da quasi trent'anni, il 24 novembre scorso è morto p. Arnaldo Rigodanza, stroncato da emorragia. La salma è st...
Edizione di Maggio 2010

Leggevo e pregavo tanto, Testimonianza sul Conforti

Ho accolto la testimonianza del signor Giuseppe e volentieri la pubblichiamo, perché crediamo che il Signore, secondo la sua santa volontà, dona la...
Logo saveriani
Sito in costruzione

Portale Unico dei Saveriani in Italia

Stiamo finalizando la nuova versione del portale

Saremmo online questa estate!

Ti aspettiamo...

Versione precedente del sito