Guarire è possibile - L’Aifo ci aspetta... in piazza
28 gennaio: giornata mondiale contro la lebbra
L’Aifo (Associazione italiana amici di Raoul Follereau) è nata nel 1961, grazie all’azione di volontari mobilitati nella lotta contro la lebbra e contro tutte le lebbre, cioè le forme più estreme di ingiustizia ed emarginazione. Attualmente è attiva in 25 paesi, tra Africa, Asia e America latina.
L’associazione si ispira al messaggio di giustizia e di carità di Raoul Follereau (1903-1977), che ha dedicato tutta la sua vita a combattere la lebbra (morbo di Hansen). La Giornata mondiale dei malati di lebbra, istituita nel 1954, è celebrata l’ultima domenica di gennaio.
Cos’è la lebbra e quali le cure?
Il bacillo, inizialmente, attacca i nervi periferici provocando insensibilità; vengono poi danneggiati i tessuti fino a provocare mutilazioni. Solo nel 1940, con il dapsone, si cominciò ad avere una cura, ma il farmaco andava assunto per tutta la vita e aveva il solo effetto di rallentare l’avanzata della malattia. È dai primi anni ‘80, con l’introduzione della polichemioterapia, che finalmente si può guarire dalla lebbra. Il periodo d’incubazione del bacillo che causa la malattia va da 5 a 20 anni. Da 6 mesi a due anni dura il periodo di trattamento farmacologico.
L’80% delle persone con disabilità vive nei paesi poveri. Tra loro, solo il 3% accede ai servizi di riabilitazione. Anche se la lebbra oggi è perfettamente curabile, i pregiudizi stentano a guarire. Le persone che ne sono state affette, anche se guarite, restano spesso socialmente emarginate. Circa 10 milioni di persone subiscono oggi le conseguenze fisiche e sociali della malattia.
La miglior cura è in famiglia
Nonostante la possibilità di cure, ogni giorno circa 820 persone si ammalano e altrettanti sono i casi non identificati. La percentuale dei bambini rimane alta. L’Aifo ricerca i casi nascosti, cura e riabilita i malati, svolge azioni di reinserimento sociale, forma il personale medico locale. Purtroppo, il problema lebbra continuerà a esistere ancora per molti anni e, di conseguenza, i servizi necessari per la diagnosi e il controllo dei casi di lebbra dovranno essere mantenuti.
Negli ultimi anni c'è stata una graduale crescita dei progetti di sanità di base, dove il controllo della lebbra è integrato ad altri programmi di salute pubblica. Per rispondere ai bisogni e ai problemi delle persone con disabilità causate dalla lebbra, l’Aifo sviluppa progetti di riabilitazione fisica e sociale su base comunitaria. Gli interventi riabilitativi sono condotti nelle case e nelle comunità delle persone disabilitate, tramite personale preparato. Aspetti medici, sociali ed educativi sono coordinati per mettere a buon frutto le capacità della persona disabile all’interno della sua comunità.
Possiamo dare una mano
L’Aifo pone grande attenzione al contesto storico, sociale e culturale delle comunità, cercando di
valorizzare al meglio le risorse esistenti in loco e collaborando con governi, enti pubblici e organizzazioni locali religiose e di volontariato. Nel 2005, i progetti sostenuti dall’Aifo hanno diagnosticato e curato almeno 35.000 nuovi malati di lebbra, soprattutto in India, Brasile e Mozambico.
Domenica 28 gennaio, migliaia di volontari Aifo nelle piazze italiane offrono il "Miele della solidarietà". Il miele proviene da piccoli produttori della Croazia e dello Zambia, attraverso il circuito del commercio equo e solidale. I sacchetti di iuta che contengono i vasetti sono confezionati dagli ex malati di lebbra del progetto "Sumana Halli" a Bangalore in India, sostenuto dall’Aifo.
Per informazioni:
- Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, via Borselli 4-6, 40135 Bologna; tel. 051 4393211; fax 051 434046. E-mail: info@aifo.it * sito internet: www.aifo.it
Per donazioni:
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