Giocati tutta la vita!
Non capita a tutti di sentirsi importante per qualche minuto. È un po' come il venticello che sale dal mare e ti accarezza le spalle. Quando te ne sei accorto, è già andato da un'altra parte. Un manifesto diceva: "Vuoi essere famoso per quindici minuti? Vieni con noi e non ti pentirai!".
Se il cuore è sempre il solito
Non avendo molto da fare, m'incammino verso la sede di questo annuncio. C'è un portone e una cassetta delle lettere con scritto "Depositate i vostri sogni". Nessun campanello, anzi c'era ancora uno di quei vecchi martelletti che si usavano tanti anni fa. Picchio, ma non risponde nessuno. Riprovo più forte. Nessuno. Una terza volta. Finalmente si sentono dei suoni quasi umani. Il portone lentamente si apre e una vecchietta mi guarda dall'alto in basso, poi mi chiede che cosa voglio. Riesco a farfugliare qualcosa, indicando la cassetta delle lettere. "Anche tu vuoi sapere come si sogna? Entra, ma non voltarti indietro. Il futuro è davanti e il passato non c'è più".
Con gli occhi bassi, muovo i primi passi in un mondo che non conosco. Il giardino è pieno di fiori. C'è un pozzo con il secchio ancora attaccato e sulle pareti tutto intorno dei disegni strani e in fondo due occhi luminosi che sembrano uscire da quelli della vecchietta. Mi fa accomodare su una sedia e lei, con questi grandi occhi, mi guarda di spalle. Con una voce tranquilla che viene non si sa da dove, comincia a raccontarmi quello che è successo nella mia vita. E alla mia domanda su che cosa capiterà nel futuro, scoppia in una grande risata. "Tu vuoi sapere quello che succederà domani? Ma lascia perdere. Vivi il presente. Certo, nel mondo da cui vieni ci sono quelli che vogliono i quindici minuti di gloria. Preferiscono truccarsi, cambiare faccia, ma il cuore è sempre il solito".
Un messaggio chiarissimo
Non capivo queste frasi così strane, anche se molto vere. I miei occhi giravano dappertutto e vedevo muoversi il sole, la luna e i pianeti disegnati. La vecchietta cominciava a sonnecchiare, mentre una musica dolce si diffondeva intorno a me. Nessuno dava più segni di vita. Mi sono rialzato e sono andato verso la porta per uscire. La vecchietta, chissà in che modo, mi apre il portone e mi fa un sorriso, quasi volesse chiedermi se avevo capito.
La strada era come prima, le finestre dei palazzi si stavano aprendo. Qualcuno stava innaffiando i gerani, altri fischiettavano una canzone. Mi stropiccio gli occhi e guardo ancora verso il portone. Non lo riconoscevo più. La cassetta delle lettere era scomparsa.
Al suo posto era comparso un manifesto: "Non bastano quindici minuti per vivere, giocati tutta la vita".
Così era scritto, tra i colori di un arcobaleno. Forse avevo capito!