Fr. Peruzzo: Dai primitivi delle Mentawai a viale Trento
Nato a Malo nel 1922. Avevo superato i 20 anni quando p. Tiberio Munari mi pescò a Priabona, alla sagra patronale; ma solo suonati i 24 mi accolse il noviziato in quel di Ravenna. Ed eccomi al 5 aprile '54 sacerdote per le mani di mons. Tissot all'età di 3 2 anni; poi 5 anni di attesa per salpare. Così mi dedicai ad allestire degli artistici presepi missionari, con grande successo in varie città d'Italia. Due anni passarono tra le vocazioni adulte di Nizza Monferrato.
Finalmente nel luglio del '59 si parte. Dopo 22 giorni di navigazione metto piede sul suolo indonesiano, nella capitale Jakarta. La missione in Indonesia dei Saveriani ha avuto inizio con un gruppo di sette missionari espulsi dalla Cina nel '51, attestatisi a Singapore, dove lavoravano i padri olandesi, nella diocesi di Medan. Ma per i Saveriani Padang sarà la loro sede, con il loro vescovo. Essendo un Paese musulmano, con la partenza degli olandesi nel '51, l'eredità dei cristiani resta molto esigua.
Monsignor De Martino, reduce dalle carceri di Mao, punta sull'arcipelago delle Mentawai, formato da quattro isole, con 50 mila abitanti primitivi. L'impresa appariva piena di difficoltà per gli scarsi mezzi di collegamento; il punto più lontano distava 200 Km da Padang: monsoni e tempeste insidiavano le piccole imbarcazioni. Si punta prima sull'isola di Siberut al Nord, dove nessuno era approdato per la diffusione del Vangelo.
L'esplorazione ed i primi contatti avvengono nel novembre del '53 con p. Aurelio Cannizzaro. Nel '54, con i fratelli Pietro e Angelo Calvi e p. Pataconi, ha inizio l'evangelizzazione dei mentawaiani. Lo sviluppo è molto veloce e promettente. In poco tempo il lavoro si apre e si estende in tutta l'isola: impresa assai ardua ma entusiasmante.
Un fatto provvidenziale ci viene incontro. Sei giovanotti dell'isola di Sikkap hanno notizia dai pescatori di Siberut della presenza di padri italiani, più in gamba degli stregoni a curare, e decidono una spedizione. Si tratta di attraversare due stretti di mare insidiosi per 50 Km, con una barca a remi. L'impresa dura tre giorni e tre notti e verrà ogni anno ricordata con una festa: il passaggio dal paganesimo al cristianesimo.
I padri di Siberut si organizzano: i mentawaiani costruiscono un barcone di 15 metri, da un unico tronco, munito di un grosso motore, per poter così attraversare gli stretti. Arrivano i catechisti per la preparazione al Battesimo. Ogni tanto passa nei nostri villaggi il padre per verificare il punto raggiunto in vista del sacro fonte; il numero dei convertiti è in continua crescita.
E arriva il mio turno: un breve soggiorno a Padang per la lingua, e piombo nel mondo delle Mentawai nel maggio del '60. Trovo subito che qui non basta l'annuncio del Vangelo; si parte da zero per istillare un nuovo modo di vivere sociale e cristiano. Mi impegnano anzitutto le costruzioni per le residenze, per il culto, l'alloggio dei catechisti e collaboratori.
Dopo 40 anni volati via, mi aspettava al varco una sorpresa: nel '98 dopo una vacanza in Italia, per disordini scoppiati in Indonesia, è rimandato il mio volo aereo e così mi scade il permeo di rientro non rinnovabile. Addio Mentawai! Il mio scalo è Vicenza; ma non si muove foglia ...