È bello fare comunione, Esperienza in Bangladesh
Sono tornato in Italia dal Bangladesh dopo tre anni e mezzo per un po' di riposo. Ho subito letto il messaggio di Benedetto XVI per la giornata missionaria mondiale: "La costruzione della comunione ecclesiale è la chiave della missione".
La casa di tutti i popoli
Ho trovato la riflessione del Papa vera e attuale. Invita a costruire una comunione autentica per camminare insieme sulla strada della missione. Il rischio è di non sentirsi parte di questa chiesa, che invia ad annunciare a tutti la novità di vita. Il papa parla proprio di farci "promotori della novità di vita fatta di relazioni autentiche, in comunità fondate sul vangelo".
In questi anni di esperienza in Bangladesh ho cercato di promuovere segni di speranza nel cuore di tanta gente che ogni giorno deve lottare per portare a casa un po' di denaro per mantenere la famiglia. Mettendomi in ascolto della storia delle persone incontrate, ho vissuto la comunione universale che ci fa sentire un popolo unico, desideroso di "impegnarsi a rendere il pianeta la casa di tutti i popoli".
Mettere da parte le paure
Per costruire questa "casa di tutti" è necessaria la collaborazione di ogni persona. È importante fare dono della propria cultura e della propria fede, dedicando un po' di tempo ad ascoltarsi, a condividere la storia personale e il cammino di fede di ciascuno.
Una caratteristica dei bengalesi è fare il "golpo", cioè "parlare e raccontare". È un desiderio naturale cercare l'incontro con l'altro, mettendo da parte paure e dubbi. In questo senso, comunione significa entrare nel mondo dell'altro, superando gli ostacoli e i pregiudizi che bloccano la relazione vera e autentica.
Un aspetto interessante dei cristiani in Bangladesh sono gli incontri di preghiera ("prarthona sobha") organizzati per festeggiare la nascita, ricordare un famigliare, implorare la guarigione o ringraziare per averla ottenuta... La gente vive questa comunione di cuori, stando semplicemente riuniti insieme a pregare lo stesso Dio, Padre di tutti.
In dialogo con tutti
Non posso dimenticare la comunione con le altre religioni. Il Bangladesh è una nazione a maggioranza musulmana (circa 90 %), con una discreta presenza di hindu, pochi buddhisti e pochissimi cristiani. In questa pluralità di religioni si gioca la nostra testimonianza di missionari, grazie alla capacità di entrare in dialogo con tutti, cercando di costruire insieme quel villaggio ideale dove tutti possono offrire la propria esperienza di fede e di vita.
Partecipare alle varie feste religiose è un segno di questa comunione, che diventa relazione umana al di là della propria appartenenza religiosa.
Questa comunione di vita e di fede diventa, come dice il Papa, "testimonianza credibile" dell'amore di Dio per tutta l'umanità.