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Due angeli hanno preso il volo

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Ma sono tuttora presenti

Alcuni giorni dopo Pasqua, aprendo il portone di Casa nostra, ho avuto la ventura di incontrare una signorina a cui non mancavano né bellezza né disinvoltura per far innamorare un giovane e per diventare una moderna mamma di famiglia. "Padre, voglio essere battezzata", mi disse. Una domanda così diretta l'avevo ascoltata solo in missione. Un missionario che cosa può attendersi di più bello e di più importante?

Mettere una persona in condizione di diventare Figlia di Dio! Ma quello che nella domanda di Giorgia mi intrigava maggiormente era il fatto che nessuno l'aveva spinta da noi; aveva maturato la sua decisione da sola. Passato il primo stupore, mentre parlavo con lei è venuto come spontaneo di ricollegare questa sua strabiliante richiesta alla scoperta che avevo fatto appena qualche giorno prima.

È un collegamento che parte da lontano, ma che fa riflettere. E per questo merita di esser fatto conoscere anche a voi amici.

Durante l'ultimo inverno i missionari Saveriani che abitano sullo Stradone Farnese di Piacenza si erano rimboccati le maniche per rendere più accogliente il vecchio convento che li ospita. Partito dai locali interni, il riordino si sarebbe concluso con una rinfrescata di olio di lino all'antico portone di entrata, continuamente minacciato dalla polvere della strada.

Fu così che, alla vigilia di Pasqua, i passanti hanno potuto ammirare due missionari impegnati a lavorare di gomito attorno al portone di santa Chiara. A me era toccato di tirare a lucido la parte alta del portone. Al tatto ho avuto la sensazione che i fregi barocchi in noce scuro interrompessero improvvisamente la loro ansa.

Incuriosito, puntai gli occhi: in effetti sul lato destro e su quello sinistro del portone scuro erano rimasti impressi due aloni più chiari, come se qualche elemento decorativo fosse stato staccato; come se mancasse qualcosa. Sul lato destro, poi, notai che, attaccata alla zona più chiara, c'era anche un'ala. Un'ala d'angioletto. Per associazione di idee mi tornarono alla mente i quadri degli angioletti paffutelli, esposti nella pinacoteca di palazzo Pitti, a Firenze.

Chiesi informazioni a chi abita qui da molto tempo e mi fu risposto: "È vero: fino a qualche tempo fa, sul portone erano scolpiti due angioletti, a mezzo busto. Anzi qualcuno sosteneva che quelli erano gli angeli custodi dei Saveriani". Ma un giorno non li abbiamo visti più. "Sa, padre, abbiamo ritrovato il gusto delle cose antiche; ma esiste della gente che non sa più rispettare le cose degli altri. Gente che non si accontenta più di guardare. Che non gode di contemplare le cose di valore, lì dove sono state messe. Siamo talmente fatti male che gli angioletti degli altri non ci piacciono perché sono belli, ma ci piacciono solo perché siamo riusciti a prenderli e a portarli nel salotto di casa nostra".

Un'altra persona mi faceva notare: "Quel che ferisce maggiormente è che nella fretta di staccarli, hanno mutilato l'angioletto di destra. E l'ala è tuttora lì, insieme a quelle ombre, a ricordarci che i missionari non hanno più i loro angeli custodi".

Dentro di me pensavo: è proprio amaro vederci costretti a fare considerazioni come queste. È triste. Passati solo pochi giorni, un fatto singolare riaccese di significato nuovo la scomparsa degli angeli dal portone dei missionari. Una sera, all'ora in cui la gente stacca dal lavoro e le strade si ripopolano per il rientro, Giorgia bussava al portone dei Saveriani.

"Padre, ho diciannove anni. Vorrei liberarmi da un macigno che porto dentro. Quando ero piccola, i miei genitori hanno rifiutato di farmi battezzare. E io piangevo, ogni volta mi trovavo a pensare che le mie arniche erano battezzate, quando loro mi parlavano di Gesù. Ed ora, da cinque anni sento crescere dentro di me il desiderio di ricevere il battesimo. Padre, che cosa debbo fare per esser battezzata?".

Il discorso di Giorgia era uscito tutto d'un fiato, ed io rilanciai: "Che cosa ti viene in mente quando pensi al Battesimo?". "Padre, sento che fremo tutta!". "Ma sai, il battesimo va preparato. Non basta un mese. Bisogna assumere un certo stile di vita. Gesù non si può amare, se non · lo si conosce".

"Padre, sono disposta a tutto! Quando penso al tempo perduto, quando penso alla fortuna dei bambini che sono stati battezzati appena nati, non mi do pace. Riesco tuttavia a perdonare ai miei genitori, anche se per le loro idee continuano ad ostacolare questo mio desiderio". È così che Giorgia ha iniziato un cammino di fede che, in due anni, la porterà al Battesimo. E l'ha cominciato con l'entusiasmo dei giovani.

Mentre chiudevo il famoso portone dietro Giorgia che si immergeva nel traffico, sono arrivato a concludere che gli angioletti non sono stati trafugati da nessuno. Sono partiti da soli, in volo leggero, condividendo tre ali in due. E continuano a volare dritti al cuore della gente, in quell'angolo del cuore dove Dio ha ancora diritto di cittadinanza e può farci gioire con il regalo di diventare figli suoi.

Noi missionari non possiamo rimanere indifferenti al fatto che i nostri Angeli custodi prendano il volo. È segno che la domanda della gente non si arresta al pane, anche se questo rimane di primaria importanza per chi ha farne. La gente desidera il Battesimo di Gesù. E l'ala rimasta attaccata al portone? A me è venuto di pensare che i due angeli custodi abbiano voluto rinunciare deliberatamente alla quarta ala per lasciarla appesa sul portone dei missionari a guisa di quei fiocchi rosa e azzurri che le famiglie appendevano per annunciare la nascita di una nuova creatura.

Il fremito della quarta ala ci aiuta a non smarrirci e a chiederci: "Che cosa può domandare la gente semplice di più bello del battesimo? Quale altra gioia può liberarci dal grigiore quoti diano della consapevolezza di essere figli di Dio, in pellegrinaggio su questa terra?".



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