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Desio - Dentro sì, fuori no!

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La casa condivisa con tutti

Ancora una volta le nostre mura, il nostro terreno, la casa stessa dei saveriani erano diventate - anche se solo temporaneamente - occasione per accogliere, per incontrare e per riflettere. Come in ogni altro campo, anche nell’atteggiamento missionario non si cresce né si matura senza sofferenza. A volte si passa anche attraverso la crisi del dubbio.

Occorre fare un cammino e passare attraverso varie tappe: ricercare insieme cosa e come fare; cercare di migliorare le cose; guardarsi in faccia e mettersi nei panni di chi mi sta di fronte; vedere in lui un fratello… La missione è l’annuncio evangelico che il Padre ha compassione di tutti i suoi figli. La missione comincia anche da queste cose.

In casa è primavera

“Dentro e fuori le mura”, ormai è primavera. Nel giardino e nel campo di calcio si comincia a vedere qualcuno: ragazzi che giocano, genitori o nonni coi nipotini, gruppi che si ritrovano a passare tempo in compagnia, amici che vengono a fare una chiacchierata con i missionari, benefattori che vengono a visitarci. A noi piace tutto questo via vai. Ci piace condividere questo luogo con tutti.

Sul giornale “Missionari Saveriani” ogni mese abbiamo parlato di tante persone che fanno famiglia con noi. Anche la casa ha un ruolo fondamentale per formare e allargare la famiglia: è il luogo in cui tutti si incontrano.

La nostra casa sembra quasi guardare la gente, che va e che viene; sembra partecipare attivamente alle cose che  succedono attorno e dentro.

Vuole accogliere dovunque; dovunque vuole mostrare i segni della missionarietà: nella piccola chiesa, nei corridoi, nel salone, nelle vetrine, nel parco stesso… Tutto in essa aiuta a sentirci chiamati in causa… la causa della missione.

Il via vai dell’estate

Anche d’estate la casa non ha tempo per rattristarsi, se mancano tanti amici, perché sono in vacanza. Aumenta invece il via vai dei missionari di passaggio, che sono magari in Italia per un periodo di riposo in famiglia: i nostri missionari del Milanese e anche quelli che a Desio ci hanno lavorato per anni.

Un grazie a Desio, dunque, per l’accoglienza fin dai tempi eroici della Villa Tittoni; un grazie a chi ha costruito o collaborato perché questa casa sia tuttora viva e vivace. Un grazie a chi la frequenta: i mille gruppi, i mille giovani, le migliaia di amici. Un grazie a tutti i missionari che ci passano a trovare e che raccontano un po’ della passione che ci accomuna; un grazie al loro affetto per questo ambiente che li ha visti crescere e li ha preparati a spiccare il volo.



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