Dall’Afghanistan alla “missione” in Iraq
Anche l’Italia, nonostante i 53 morti e 700 feriti tra i militari in Afghanistan, sembra non aver imparato la lezione. A fine novembre 2021, è stato annunciato che il nostro Paese è in procinto di raddoppiare il contingente militare in Iraq per poter assumere il comando della “missione” (così la chiamano) della Nato.
Trasformerà la partecipazione militare italiana in una vera “operazione di combattimento”, rispetto a quella che finora era solo una presenza per la difesa di aree sensibili e per l’addestramento dell’esercito iracheno. Per adempiere al nuovo compito, i vertici militari si sono affrettati a chiedere non solo di poter armare i droni Reaper con missili aria-terra e bombe a guida laser - trasformandoli così da semplici ricognitori a veri bombardieri - ma anche di poter dotarsi di una flotta di Hero-30, i cosiddetti “droni kamikaze” che si autodistruggono nel colpire l’obiettivo: la guerra diventa sempre più sofisticata, asettica, lontana dagli occhi indiscreti dei mezzi di informazione.
Per fare la guerra è necessario aumentare la spesa militare. È ciò che si propone la legge di bilancio inviata alle Camere a fine novembre. Nel 2022, per la prima volta, la spesa militare italiana supererà i 25 miliardi di euro e ben 8,3 miliardi verranno destinati per acquistare nuovi armamenti, ha rivelato l’Osservatorio Milex.
Osservatorio Milex è un centro indipendente ispirato ai principi di obiettività scientifica e neutralità politica di monitoraggio e informazione sulla spesa militare italiana e sugli acquisti di armamenti di cui analizza gli aspetti critici inerenti alla razionalità, utilità, sostenibilità e trasparenza. Sito: www.milex.org