Conforti, Saverio e Saveriani
In agosto, il convegno di spiritualità
Padre Gabriele ha rilasciato una preziosa testimonianza sulle due settimane di convegno sulla “spiritualità saveriana”, nella ricorrenza dei 500 anni della nascita del nostro patrono san Francesco Saverio, a cui “s’ispira il nostro istituto missionario”.
La casa di Tavernerio, centro di spiritualità missionaria, nel corso dell’anno ospita molti gruppi diversi tra loro, e tutti sono benvenuti. Tuttavia, per i primi quindici giorni di agosto la casa è stata riservata ai missionari saveriani, una quarantina, che insieme alla direzione generale del nostro istituto, hanno approfondito e meditato la spiritualità della nostra congregazione missionaria.
Una famiglia universale
I missionari sono venuti da tutte le regioni saveriane del mondo e per quindici giorni la casa è diventata, per così dire, lo specchio in miniatura della famiglia saveriana. C’erano italiani, indonesiani, spagnoli e brasiliani, messicani, americani e congolesi. Una famiglia universale e cattolica, rappresentante di tutti i missionari saveriani sparsi nel mondo, dall’Italia al Giappone, dalla Spagna all’Indonesia, dalla Gran Bretagna al Mozambico, dagli Usa alla Cina, dal Messico al Camerun e al Ciad, dalla Colombia al Brasile, dalla Sierra Leone al Congo, dal Bangladesh al Burundi.
Mancavano soltanto i rappresentanti delle Filippine e uno degli Stati uniti, che hanno avuto problemi di visto e non hanno potuto lasciare il loro Paese, per prendere parte al convegno saveriano.
Ci siamo resi conto...
Per cinque giorni abbiamo ascoltato alcuni esperti che ci hanno aiutato a comprendere i fondamenti teologici e psicologici della spiritualità. Abbiamo riflettuto sulle due figure fondamentali della nostra congregazione: san Francesco Saverio, di cui celebriamo quest’anno i 500 anni della nascita, e il beato Guido Conforti, nostro padre e fondatore, di cui ricorre quest’anno il 75° anniversario della morte.
Nella seconda parte del convegno, abbiamo cercato di approfondire e attualizzare la spiritualità missionaria, che ci deve sostenere e guidare nella nostra vita, ovunque ci troviamo. Con gioia, ci siamo resi conto che lo Spirito che ha condotto san Francesco Saverio e il beato Guido Conforti a spendere la vita per la missione della chiesa, guida anche noi. Ci siamo resi conto, ancora una volta, che dobbiamo essere missionari nel cuore, per poter agire poi da missionari là dove Dio ci colloca.
Tanti fratelli, insieme
Di questo convegno, quello che ci ha affascinato di più è stata l’occasione di trovarci assieme. Pur provenendo da luoghi diversi, da esperienze disparate e da nazionalità differenti, siamo riusciti a intenderci. Ci siamo sentiti fratelli, interessati al bene della nostra famiglia religiosa, corresponsabili della stessa causa missionaria. Abbiamo notato con sorpresa che un terzo di noi non conosceva gli altri confratelli presenti. A Tavernerio, si sono incontrati per la prima volta.
Davvero, il nostro istituto sta crescendo. Questo ci assicura che i giovani vi trovano lo spirito e le ragioni adatte per realizzare la loro vocazione missionaria. Abbiamo riconosciuto che siamo fratelli, dalla facilità con cui siamo stati insieme, abbiamo pregato insieme, lavorato insieme e anche gioito insieme.
Se il Conforti fosse stato qui...
Padre Augusto Luca, 88 anni, il decano del convegno, ci ha detto una cosa che ci ha fatto molto piacere: “Se il nostro fondatore fosse stato tra noi, vedendo come abbiamo discusso, pregato e fatto festa insieme, ci avrebbe senz’altro riconosciuto come suoi figli, autentici saveriani”.
Che vogliamo di più?