Con il Manzoni: ''Addio, monti!''
Sono ormai agli sgoccioli. Dal 1° maggio 2014 lascio Tavernerio per ritirarmi a Parma per qualche mese. Lavorerò nell’ufficio della procura delle missioni e cercherò di aiutare nel servizio ai confratelli malati... Poi, assecondando il mio desiderio di fare il missionario in qualche “periferia esistenziale”, spero di tornare in Amazzonia.
Mi permetto di condividere con voi alcuni pensieri, soprattutto per coinvolgervi nella preghiera missionaria e per esprimere la mia profonda riconoscenza.
Alle chiese e ai religiosi
Il mio pensiero va alle chiese locali di Como, Milano e Lugano, alle parrocchie del vicariato di Lipomo, tra cui la parrocchia di Tavernerio, con i suoi preti: don Alessandro, don Lorenzo, don Maurizio; i ragazzi della cresima, i fidanzati e le famiglie, la gente incontrata qui in casa e in giro per la Brianza e il Ticino.
Chiese vive, con le quali abbiamo fatto un tratto di strada insieme.
Penso anche alle comunità di religiosi e religiose, animate da mons. Attilio Mazzola, vicario episcopale per la vita consacrata in diocesi di Como. Abbiamo fatto un buon cammino tra noi e con la chiesa locale. Un ricordo particolare va alle suore di Santa Maria di Leuca, della Presentazione, di Santa Croce, di San Giuseppe, alle monache della Visitazione... con l’indimenticabile mons. Angioletto, ai frati di San Giuseppe e di Sant’Antonio, ai comboniani di Rebbio, ai dehoniani di Capiago…
Ai miei cari confratelli
Il mio pensiero va alla mia famiglia religiosa, i missionari saveriani, che ho cercato di servire nelle persone dei confratelli che in questi quattro anni (2010-2014) il Signore mi ha messo accanto nella comunità di Tavernerio, come pure tutti coloro che hanno vissuto con noi per qualche tempo, sia in occasione dei corsi formativi di tre mesi, sia in occasione di convegni, assemblee e ritiri spirituali.
A tutti, in particolare ai famigliari dei missionari, agli amici e benefattori, va il mio grazie cordiale per la vostra amicizia, e le mie scuse sincere soprattutto per i peccati di omissione. Ci salutiamo con le famose parole poetiche del Manzoni, “Addio monti...”:
“Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto e non turba mai la gioia de' suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande”.