I missionari saveriani a Taranto
Iniziamo una nuova rubrica per celebrare la storia della presenza dei saveriani a Taranto che nel 2015 taglierà il traguardo dei 25 anni.
Nel 1966, p. Stefano Coronese (nella foto sopra) riceve una lettera dal superiore generale dei saveriani che lo incarica di studiare la possibilità di una presenza saveriana a Taranto.
Si pensa a un centro di animazione missionaria, piuttosto che a un seminario di formazione apostolica.
Si era capito che l’arcivescovo di Taranto mons. Motolese avrebbe gradito una presenza saveriana. Poi le visite di mons. Battaglierin, allora vescovo di Khulna (Bangladesh), avevano suscitato simpatia verso i missionari. Infine p. Nereo Gonzo, da Salerno, nel 1964 aveva allestito una mostra di arte orientale nella parrocchia di Sant’Antonio.
Padre Stefano, forte di questo incarico, comincia con una mostra per avere una base economica per la futura fondazione. La mostra ha un discreto successo. L’incontro con l’arcivescovo è proficuo. Mons. Motolese chiede di animare le parrocchie e le associazioni dal punto di vista missionario. In via Mazzini 58, vengono sistemate tre stanze per la mostra e come luogo d’incontri. In via Anfiteatro 37 è preso in affitto un appartamento che può ospitare tre missionari.
Nella sua relazione, p. Stefano suggerisce di lanciarsi nelle giornate missionarie e nella diffusione del nostro mensile “Missionari Saveriani”. Infine, inizia gli incontri con le varie associazioni e scuole, e si interessa per l’animazione vocazionale. Nel 1968, però, p. Stefano parte per l’Indonesia e tutto si ferma.