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Con gioia e generosità: Annunciare, testimoniare Cristo

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Al culmine del tempo di Natale, Benedetto XVI ha invitato i cristiani ad "annunciare con gioia" e a "testimoniare generosamente" con tutta la vita il Cristo celebrato nel mistero dell'Incarnazione. Annuncio e testimonianza, gioia e generosità sono dunque i fili con cui tessere, giorno dopo giorno, la nostra vita quotidiana, affinché sia tutta servizio a Dio e ai fratelli, per cooperare efficacemente al compimento del divino disegno di salvezza che vuole tutta l'umanità riunita nell'amore.

Le nostre storie di santità

La storia della salvezza coincide, perciò, con la storia della santità, con la vita dei "santi": di tutti coloro che hanno dato e danno frutto, attingendo linfa vitale dal ceppo della Vite vera, Gesù Cristo. Ogni personale esperienza di grazia è un vangelo vissuto che annuncia a tutti la speranza dimostrando che la salvezza, anzi, la santità è sempre possibile: se si dà spazio alla crescita del germe divino che è stato posto in noi mediante il battesimo e gli altri sacramenti della vita cristiana.

La grazia del battesimo, che ci trasforma in figli di Dio, può e deve produrre il "cento per uno" (cf. Mt 13,8). Dice bene il profeta: "Il Signore fin dal seno materno mi ha chiamato, fin del grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome" (Is 49,1). Senza dubbio questo lo si può dire riferendosi al grembo materno della chiesa, che ci genera alla vita in Cristo, ci nutre di Lui e ci colma del suo Spirito, così da renderci capaci di rispecchiare nella nostra condotta di vita la novità portata dal Signore Gesù.

Più eloquenti delle parole

Si tratta, in definitiva, di perseguire insieme, sostenendoci a vicenda, l'ideale evangelico della santità, ossia la conformazione a Cristo, in modo tale da irradiarlo come icone viventi, dalle quali promana il fascino della presenza divina, annunciando il vangelo "più che con le parole, con il linguaggio eloquente di un'esistenza trasfigurata, capace di sorprendere il mondo" (cf. Vita consacrata n. 20).

Oggi nel mondo secolarizzato, immerso nei rumori e nelle immagini, dove più nulla "fa notizia" se non è sensazionale e scandalistico, la "buona novella" della salvezza non ha tanto bisogno di parole quanto di incontri significativi con testimoni credibili. Il principale impegno che, come cristiani, ci sta davanti è perciò quello di essere persone che vivono autenticamente il vangelo e che sono trasfigurate dall'incontro con Cristo.

Inoltre è necessario che le nostre comunità - famigliari e religiose - siano il luogo dove la Parola ascoltata è davvero vissuta; dove l'Eucaristia è prolungata nell'amore fraterno; dove tutto quello che riceviamo da Dio noi lo condividiamo nella gratuità e nella santa gioia.



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