Comunità internazionale saveriana
Una casa di studio a Parigi
Nogent sur Marne si trova nella parte est della Banlieue parigina; è una cittadina di 25 mila abitanti della borghesia di livello medio-alto: professionisti, agiati e pendolari. In centro ci sono una ventina di agenzie immobiliari nel raggio di 200 metri. I segni di questo benessere si trovano anche nelle tracce canine, disseminate sui marciapiedi. I Saveriani sono a Nogent da otto anni, grazie all'occasione di una Casa dei Paolini, di cui volevano disfarsi. La costruzione, inizio secolo, è attorniata da grossi condomini, sorti in questi ultimi anni.
Il pezzo di terreno, che circonda la Casa, conserva un fazzoletto di verde, che tutti ci invidiano. L'entrata ufficiale è situata in Via della bellezza, che è tutto dire. Per la prima volta quest'anno, la Casa ospita la comunità più numerosa. Le dieci stanze sono tutte occupate. Per fortuna ci sono altre stanzette nella dépendance, una costruzione stretta lungo la Rue de beauté, dove trovano posto anche il garage, la lavanderia, il guardaroba, il bruciatore.
Il giardino oltre ai fiori, offre un orticello, verdura per tutto l'anno, radicchi, coste, zucchine e alberelli di mele. Una siepe di kiwi che non dà frutti e una vasca di pesci rossi ove si specchiano un fico e dei rosmarini.
La comunità internazionale è composta da tre messicani, un filippino, uno spagnolo, già missionario in Sierra Leone, due indonesiani, e un sardo. Responsabile è p. Pinuccio Ibba, che si avvale della sua esperienza missionaria di una "carriera" di amministratore sia in Africa che alla Direzione Generale. Coadiuvato di recente da p. Edmeo Minicardi, che serve la parrocchia di s. Saturnino ad tempus come vice-parroco. La gente non ci conosce. Per questo ogni domenica la comunità al completo segue la Messa delle 11 in parrocchia.
Al lunedì e al giovedì partecipano alla Messa di comunità in casa nostra alcuni fedeli dei dintorni. Si va in tal modo componendo quella cerchia degli Amici dei Saveriani, ivi compresi quegli insegnanti che aiutano il ripasso e la conversazione della lingua nel pomeriggio, a turno.
La cappella in stile p. Lino Maggioni, che ha preceduto p. Ibba, è molto accogliente. È un punto di riferimento quotidiano per la preghiera comunitaria al mattino e alla sera. Di tempo non ce n'è molto. Al mattino dopo la preghiera e la colazione, bisogna affrettare il passo per essere a scuola alle 8.30. Da Casa per la stazione del metro ci vogliono dieci minuti. Oltre mezz'ora di metro. La pulizia della casa, della biancheria, delle stoviglie e il turno in cucina è condiviso come servizio fraterno. La cuoca viene soltanto per mezzogiorno nei giorni feriali. Si ha modo di assaporare a turno le vivande cucinate alla filippina, all'indonesiana, alla messicana, alla sarda.
Il clima fraterno che si vive è dei più squisiti. Proprio la difficoltà delle differenze acuisce e stimola gli sforzi per comunicare in qualsiasi modo, fino a quando lo studio della lingua comune, il francese, che costituisce lo scopo prioritario della Casa parigina , non permetterà di possedere uno strumento più adatto ad esprimere tutti i sentimenti.
Ma a quell'ora sarà tempo di partire. Lo studio di una lingua apre le porte per entrare nell'anima di un popolo, ma fa scoprire maggiormente la propria cultura e definisce meglio la propria identità, con i suoi limiti e i suoi pregi.