Ci avete ricordato che... - Grazie ai saveriani in Messico
di: Margherita e Raffaello.
Siamo due giovani 30enni, sposati da due anni, che frequentano la casa dei missionari saveriani di Parma. Dopo aver visto partire tanti amici prima studenti e poi sacerdoti per le missioni, la scorsa estate ci siamo finalmente decisi a seguire un nostro amico saveriano René Casillas Barba, per partecipare alla sua ordinazione sacerdotale in Messico.
Il nostro viaggio è durato un mese ed è stato grandioso! Abbiamo visitato il Messico centro-settentrionale, conoscendo tante persone che ci hanno ospitato e accolto come amici, visitando e soggiornando anche presso alcune comunità saveriane del Paese.
Tra le varie comunità, la prima in cui siamo stati accolti è stata quella di Mazatlan, sull'oceano Pacifico. Ora, attraverso "Missionari Saveriani" desideriamo ringraziare tutti i saveriani del Messico.
Spirito, stile e motivazioni
Cari saveriani di Mazatlan Juan Jorge, Ian, Lino, Raffaele e Arnaldo, vi ringraziamo per averci accolto e curato come fratelli, nonostante gli impegni gravosi che la vostra scuola comporta. Soprattutto vi ringraziamo per averci mostrato come realmente le missioni dovrebbero essere e come lo spirito e la voglia di "fare del mondo una sola famiglia", anche dopo tanti anni di missione, rimangano inalterati.
Abbiamo apprezzato tutto, e di ciascuno di voi abbiamo un ricordo particolare, un dettaglio, una collocazione all'interno della vostra comunità. Con noi avete condiviso anche la Messa comunitaria, che sapeva di casa e di famiglia.
Ci siamo sempre immaginati "le missioni" molto diverse dalla vita che noi conduciamo. Ma ora ci è molto più chiaro che non conta dove ci si trovi, quanto lontano dalle distrazioni del mondo occidentale si vada o che ruolo nella "nostra" missione siamo chiamati a ricoprire. Ciò che conta è lo spirito, il modo e soprattutto il perché.
Ci siamo sentiti a casa
Grazie per averci accompagnati a mangiare tacos e a bere una "birretta"; grazie per il caffé bevuto in compagnia... Insomma, grazie perché quando ora immagineremo le missioni penseremo a voi e alle parole del nostro amico p. René, che ci diceva: "Tranquilli, ora siete a casa!".
Così è stato per noi, ma credo sia così anche per tutte le persone che abbiamo visto salutarvi con affetto per strada; persone che come noi devono fare i conti con la vita di tutti i giorni, ma che anche grazie a voi sono consapevoli di non essere sole. Se esistono persone che, come i missionari, lasciano tutto per dedicarsi agli altri, questo significa che non siamo persone così cattive. Anche in noi c'è il fratello, c'è la casa e la famiglia. Ma grazie, per avercelo ricordato.