Chiesa dal volto amazzonico
Una serata per riflettere e approfondire i contenuti dell’esortazione apostolica di papa Francesco “Querida Amazonia”. Il 22 febbraio, p. Mario Menin, direttore di Missione Oggi, è venuto a Desio per aiutarci a comprendere le tante implicazioni del testo che riassume il lavoro del Sinodo sull’Amazzonia, tenutosi lo scorso ottobre a Roma.
Dopo l’introduzione del parroco di Desio, don Gianni Cesena, p. Mario ha esordito sottolineando quanto il testo di papa Francesco sia anomalo: non cita mai quanto è stato detto durante il Sinodo. Ben strano e anche ben diverso dalla consuetudine. Perché? In tanti si sono focalizzati su ciò che nel documento manca: in particolare, sul tema dell’ordinazione dei viri probati e sul diaconato femminile. Il Papa non ne fa parola. “Forse per non dividere la chiesa?”, lascia la domanda in sospeso p. Menin.
In effetti, attorno al tema si era sviluppato un accesissimo dibattito, fra conservatori e riformatori, con la discesa in campo del card. Sarah che, nel suo libro, aveva provato a coinvolgere anche il papa emerito Benedetto XVI. Un tema troppo divisivo, per esser affrontato e risolto di petto. E allora papa Francesco ha preferito re-inviarlo alle chiese locali, in maniera che da loro giunga la rielaborazione delle proposte emerse e approvate dal sinodo. Del resto, la sinodalità è il modo scelto da papa Francesco per la riforma della chiesa che, anche per via degli scandali, non può essere gestita sempre e solo in modo verticistico.
Il documento finale del Sinodo (approvato da 2/3 dell’assemblea) richiama la chiesa a quattro conversioni: pastorale, culturale, ecologica e sinodale. Ed ecco che il dibattito, pur legittimo, sul tema dell’estensione del sacerdozio rischia di oscurare una ricchezza ben maggiore scaturita dal confronto sinodale. Il Papa, infatti, non cita mai il documento finale, ma fa di più, in modo del tutto nuovo invita a leggerlo: “Ho preferito non citare tale Documento in questa Esortazione, perché invito a leggerlo integralmente... Dio voglia che tutta la Chiesa si lasci arricchire e interpellare da questo lavoro, che i pastori, i consacrati, le consacrate e i fedeli laici dell’Amazzonia si impegnino nella sua applicazione”.
E aggiunge: “Sogno un’Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità sia promossa. Sogno un’Amazzonia che difenda la ricchezza culturale che la distingue, dove risplende in forme tanto varie la bellezza umana. Sogno un’Amazzonia che custodisca gelosamente l’irresistibile bellezza naturale che l’adorna, la vita traboccante che riempie i suoi fiumi e le sue foreste. Sogno comunità cristiane capaci di impegnarsi e di incarnarsi in Amazzonia, fino al punto di donare alla chiesa nuovi volti con tratti amazzonici”.