Chiamati alla missione: Le vere alleanze del cuore
Senza dubbio, ci sono lettori affezionati di “Missionari Saveriani” che scorrono il giornale dalla prima all'ultima parola. Questi ricorderanno che nella rubrica Chiamati alla missione abbiamo riflettuto, per i primi cinque mesi di quest'anno, sulle alleanze che Dio ha stabilito con il mondo lungo l'arco dei secoli.
Cinque alleanze. La prima alleanza è stata stretta nell'atto stesso della creazione e perciò ogni essere che compare nel cosmo è benedetto e chiamato alla lode e al servizio. La seconda alleanza è stata stabilita con l'umanità intera attraverso Noè , l'obbediente: dando per scontata un'umanità peccatrice fino alla fine, Dio ha garantito che non l'avrebbe più distrutta, ma avrebbe lasciato spazio ai giusti perché crescessero nella giustizia, e agli empi perché misurassero il fondo della loro empietà. Poi, in Abramo , c'è stata l'alleanza con tutti coloro che aprono il cuore alla fede e, in Mosè , con il popolo liberato dalla schiavitù e pronto a stare sotto il giogo di una legge di libertà . Ultima e definitiva, l'alleanza che Gesù ha sancito sulla croce e che continua a produce ancora i frutti dello Spirito tra le genti.
La missione cristiana. Nei numeri successivi del giornale sono state presentate tre figure di missionari molto diverse: un monaco eremita, un missionarioimpegnato nella liberazione di un popolo oppresso, una missionaria laica con compiti di routine in una diocesi africana. Poi si è parlato di eucaristia e di martirio .
C'è un legame in tutto questo? Un filo conduttore che vada dalla creazione a… Rosetta, da Mosè ai martiri saveriani? Io stesso non ne sono sicuro; ma mi pare di vedere alcuni indizi di atteggiamenti fondamentali.
Il primo indizio si chiama fedeltà : un Dio fedele persegue il suo disegno di amore verso l'umanità nonostante tutti i tradimenti delle successive alleanze. L'unica cosa certa nella storia e nella nostra vita è la fedeltà di Dio. La missione, in ogni suo momento e in ogni suo protagonista, esprime questa fedeltà, che assomiglia a quella del padre che continua ad aspettare il figlio fuggito da casa e a quella del pastore che cerca la pecora errabonda fuori dai pascoli della vita.
Il secondo indizio si chiama comunione : la missione è il penultimo atto di un movimento che prende avvio dalla Trinità e aggrega successivamente nell'alleanza suprema tutto ciò che entra nel tempo. Quando Dio sarà tutto in tutti non ci sarà più missione, perché ormai i figli di Dio che erano dispersi saranno stati tutti raccolti dalla preghiera, dal sangue e dalle lacrime di Colui che ha detto: “Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21).
Il terzo indizio si chiama incarnazione : la santità di Dio, che in origine vuol dire separatezza , distanza, trascendenza, si manifesta nel suo vero volto in Gesù bambino, quando vediamo che il Figlio di Dio non considera un tesoro geloso la sua somiglianza con Dio, ma assume la condizione di schiavo e diventa simile agli uomini (cf. Fil 2,6-7). La santità di Dio si comunica per via di incarnazione. Non ci si innalza verso Dio se non immergendoci in tutto ciò che ha in Dio la sua origine e il suo fine.
Ci conferma in questo cammino missionario l'Eucaristia, ogni volta che la celebriamo come la fonte del nostro esistere e del nostro agire.