Apro e leggo d'un fiato...
Caro direttore, nella cassetta della posta trovo il mensile "Missionari Saveriani". L'apro e leggo d'un fiato "L'esperienza cristiana dei martiri giapponesi". Non potevate fare un regalo più utile a me e ai numerosi lettori. Subito il mio pensiero è corso all'estate del 1999 quando, con un sacerdote amico, ho fatto un'esperienza turistica speciale che si è trasformata in una profonda esperienza religiosa. Leggendo le pagine interne e l'opuscolo "Giappone, il secolo dei martiri", ho ri-vissuto quell'esperienza.
Ero partito per visitare il Giappone, con il desiderio di conoscere cosa fanno i missionari in un Paese tecnologicamente avanzato e con evidenti problematiche religiose e morali. Là ho trovato una chiesa efficiente e ben organizzata, e missionari autentici, veri testimoni della fede.
Chiedo ai missionari più anziani - ma tutti ancora animati da spirito giovanile - qual è stata la spinta che ha dato loro il coraggio di lasciare tutto, venire in Giappone, cambiare mentalità...
Mi dicono: "Il grande entusiasmo, un grande sogno; ma la realtà è davvero dura".
Quanta emozione a Nagasaki, sulla "Collina dei martiri", e al racconto delle loro indicibili sofferenze! Quanta commozione di fronte alla statua della "Madonna del ritrovamento", nell'udire che un gruppo di cristiani clandestini si sono presentati al missionario e hanno professato la loro fede dicendo, "il nostro cuore è come il tuo", e che hanno riconosciuto la Madonna, la madre di Gesù!
Ho visto la statua della "Kannon", divinità buddhista della misericordia (in essa i cristiani veneravano la Madonna) e dello stratagemma di alcuni cristiani che, per non calpestare un'immagine sacra, arcuavano la pianta dei piedi facendo forza sul calcagno e sulla punta delle dita.
Anche per me rimangono un "mistero di grazia" le innumerevoli conversioni fatte da pochissimi missionari in breve tempo, la rapida diffusione del cristianesimo e l'eroica resistenza dei neo-convertiti di fronte alle crudeli persecuzioni. Soprattutto come i cristiani abbiano potuto conservare la fede per 250 anni, dopo l'espulsione dei missionari. I laici giapponesi hanno veramente vissuto il loro ministero sacerdotale ricevuto con il battesimo.
Veramente, "la descrizione dei drammatici ed edificanti racconti della chiesa giapponese nel martirio mi ha fatto constatare quali meraviglie la grazia di Dio può compiere nelle persone semplici e miti". Grazie davvero!
Giovanni, Leno - Brescia.
Caro Giovanni,
grazie a te per averci descritto, con parole così semplici ed evocative, il tuo viaggio missionario in Giappone. Con te, molti altri lettori e lettrici hanno scritto la loro commozione. Davvero la chiesa martire e missionaria è sempre attuale: annuncia il vangelo con l'efficace eloquenza del dono della vita. È il massimo dell'annuncio evangelico! Del resto, il primo a farlo è stato proprio Gesù. Non ci resta che seguirne l'esempio.
p. Marcello, sx.