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“Aprite la porta, spalancate i cuori”

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La diocesi di Venezia, su invito del centro missionario diocesano, si è riunita in preghiera e riflessione nella chiesa del Cuore Immacolato di Maria (Altobello) a Mestre, sabato 17 ottobre. Hanno offerto le loro testimonianze don Luigi Tonetto e Marco Zanon.

Don Luigi e la terra in Brasile

Don Luigi è partito a 26 anni (circa 50 anni fa) per il Brasile nella diocesi di Bahia, un ambiente povero, con poche risorse. Nei primi tempi, quando andava nei villaggi per celebrare la Messa, arrivava un po’ prima dell’orario per parlare con le persone e ascoltare i loro problemi. Da lì a poco sono nate le comunità di base, dove le varie situazioni erano condivise.

Don Luigi, figlio di contadini, in particolare si sentiva vicino ai problemi che riguardavano la terra. Si organizzava per difenderla, cercando di dare speranze per il futuro. Nel 1979, sono nate tante realtà, tra cui i gruppi per i “senza terra” e il movimento dei “piccoli agricoltori”. Ma per don Luigi questo impegno era un modo per attualizzare la parabola del buon samaritano.

Marco e gli orfani boliviani

Marco è in partenza, ancora una volta, per la Bolivia. “Lavoro - dice - con i ragazzi orfani e abbandonati, che vivono con tristezza e paura. Io faccio capire che sono lì per camminare insieme a loro. Amare il prossimo, capirli e lavorare perché siano trattati con dignità, è ciò che desidero fare. Bisogna rimboccarsi le maniche e io devo essere il primo, senza aspettare. Questi piccoli fratelli hanno bisogno di me, della mia vita: ormai mi sono messo in strada con loro”.

Ai partecipanti è stata consegnata come ricordo un’immagine di san Junipero Serra (canonizzato da papa Francesco nel suo viaggio negli Stati Uniti), che aveva come motto “Sempre avanti!”. E, uscendo dalla chiesa, ognuno di noi ha ricevuto un foglietto su cui scrivere

“Decido di condividere di ciò che ho e di ciò che sono… con chi sta peggio, vicino e lontano”.

Padova: Abitare la vita…

Venerdì 23 ottobre, il vescovo di Padova mons. Claudio Cipolla ha convocato la diocesi per la veglia missionaria in duomo. Erano presenti idealmente circa 700 missionari padovani nel mondo. La riflessione era basata sull’abitare e in particolare, abitare la vita dalla parte dei poveri.

Suor Lorena, comboniana del Costarica, dopo otto anni trascorsi in Italia, vissuti all’insegna del servizio, dello scambio e della fraternità, parte per il Sud Sudan. Per lei la missione è abitare la vita in tutte le sue dimensioni, e ha ricordato che è ancora importante partire. Con il brano di vangelo del ricco e del povero, è stato commentato il martirio di p. Ezechiele Ramin, missionario ucciso in Brasile a 32 anni il 24 luglio 1985. La chiesa resta dalla parte dei poveri, che non possono più attendere!

Il cuore pieno di gioia

Mons. Claudio ha iniziato dicendo che servizio e missione sono due dimensioni fondamentali del cristiano. Chi riceve il mandato per partire, non lo fa per se stesso, ma per tutta la chiesa.

Dobbiamo abitare la vita per andare ad abitare tutto il mondo. Se rimaniamo con la porta chiusa, rischiamo di non accorgerci di chi sta fuori e dei loro problemi.

Il mandato missionario è stato consegnato a 22 missionari (sacerdoti, religiosi, laici), che andranno in tutto il mondo ad annunciare il vangelo, abitando la vita dalla parte dei poveri. Lo Spirito Santo dona la forza, “perché camminando sulle strade del mondo, possiate evangelizzare i poveri e sanare i contriti di cuore”.

Siamo tornati a casa con il cuore sereno e pieno di gioia per continuare, nella vita di ogni giorno, a dare il meglio di noi stessi per far conoscere il Signore Gesù, che noi abbiamo incontrato.



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