Anche noi sulla barca con Lui
“Eccomi, manda me!”
Non so se voi siate mai saliti su una barca. La prima impressione è quella della paura, del non sapere se si riesce a starci, se il vento non si diverta a farla ondeggiare. Certo, io non ,sono esperto come Pietro e gli altri apostoli. Quello era il loro lavoro, e quindi non avevano paura. Per me, invece, era la prima volta, quando iniziai ad andare a trovare i cristiani sulle rive del lago Tanganika, in Congo. Per fortuna c'erano con me due marinai esperti che guidavano il piccolo battello. Ma una volta entrato dentro, tutto diventava più facile.
Era bello passare piano piano davanti ai. villaggi, vedere i pesci sulla spiaggia messi a seccare al sole, i bambini che sguazzavano allegri nell'acqua, le mamme che lavavano i vestiti e raccoglievano l'acqua per fare da mangiare. Tutto era molto bello. Soprattutto l'accoglienza delle persone alla riva. Era una festa per loro e anche per noi. Un incontro di fratelli. Ci accompagnavano nelle loro capanne, si conversava con loro, si condivideva il cibo. E incominciavamo a raccontare tante storie.
Ogni tanto venivamo interrotti dalle barche dei pescatori che tornavano dopo una notte di fatica. Non sempre riuscivano a pescare quello che serviva per soddisfare i bisogni della famiglia. A volte gli ippopotami e i coccodrilli facevano loro qualche dispetto. Oppure il vento, all'improvviso, faceva naufragare le barche.
Ma era la loro vita, come quella di Pietro e degli apostoli. E quindi, per loro, era facile capire il Vangelo: Pietro che accetta, in umiltà, l'invito di Gesù di prendere il largo, di gettare le reti. E prendere tanti pesci. Però è Gesù che lo ha preso nella rete. Ha preso ciascuno di noi, chiedendoci di diventare pescatori, di portare la sua Parola a tutti. Ci chiede di lasciare tutto sulla riva: le nostre sicurezze, i nostri programmi, e di andare dietro a Lui.
Ci chiede di cominciare una nuova avventura. Sappiamo chi seguiamo, anche se non sappiamo dove arriveremo.
"Sulla tua parola getterò le reti": noi mettiamo la nostra fiducia in Gesù. Come il profeta Isaia che ha paura; ma dopo essere stato purificato dalla Parola di Dio, dice con entusiasmo: "Eccomi, manda me". Come Paolo, che aveva fatto di tutto per eliminare dal cuore della gente il volto di Gesù: è rimasto se stesso, anche se con poca moderazione ed ha messo con entusiasmo la sua vita a disposizione di Gesù.
Così noi dobbiamo poter dire "la sua grazia in me non è stata vana", perché anche noi possiamo e dobbiamo trasmettere quello che abbiamo ricevuto: il Cristo morto e risorto.