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A Panzi si sente la mano di Dio

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Nativo di Grumo Appula, sono cresciuto tra i mandorleti e i fichi delle nostre murgie. Ancora giovane, ho deciso di entrare tra i saveriani. Ordinato presbitero negli Stati Uniti, ho trascorso 20 anni facendo il missionario in Congo RD, ultimamente a Bukavu, al confine col Ruanda.

Dopo otto anni a Panzi, posso dire che mi trovo bene tra questa gente alla periferia di Bukavu. Il quartiere conta 40mila abitanti, metà dei quali cattolici, distribuiti in 11 piccole comunità di quartiere. La parrocchia è dedicata a San Guido Conforti, fondatore dei saveriani, per cui gioco in casa! Il gruppo etnico predominante è Shi, ma sono presenti anche Lega e Nande. Rimango impressionato dal loro profondo senso religioso. Sentono la mano di Dio nella loro vita e a Lui si rivolgono per ringraziarlo e lodarlo. Mi commuovo ogni volta quando una mamma mi lascia il suo ringraziamento in una busta “carica” di dollari: “Padre il Signore è stato buono con la mia famiglia, i figli sono stati tutti promossi a scuola”, oppure “Ho partorito due gemelli e stiamo tutti bene”, e anche “Col mercato dei chiodi riesco a portare a casa abbastanza per far mangiare tutta la famiglia”.

La domenica abbiamo quattro messe, la prima alle sei del mattino. La chiesa riesce a ospitare fino a 1800 persone sedute, ma il più delle volte ce ne sono di più. C’è la corsa delle mamme e delle ragazze dai vari quartieri per prendersi un posto nei primi banchi. In questi anni, poi, papa Francesco ci ha dato tanto lavoro di misericordia, non solo per l’animazione, ma soprattutto nei sacramenti. Molte coppie si sono messe in regola e, con grande gioia di tutti, compresi i figli, tornano ai sacramenti. Nello stesso tempo sia le mamme che i papà, i giovani e anche i ragazzi continuano a “misericordiare”, visitando i malati degli ospedali, i poveri dei quartieri, le vedove emarginate e gli anziani abbandonati. Poi, secondo il consiglio del papa, abbiamo aggiunto l’opera di misericordia di pulire i quartieri (la casa comune) da tante immondizie e plastica con un servizio ecologico regolare: un semplice carretto che raccoglie sacchi di immondizia.

Lo Spirito Santo ci ha fatto un grande dono: le piccole comunità di quartiere. È qui che la fede viene approfondita e la carità praticata. La piccola comunità di quartiere prepara la lista dei catecumeni degni di essere battezzati la notte di Pasqua (quest’anno ben 346 dai 12 ai 25 anni) e la lista dei bambini che riceveranno la Prima Comunione. I cristiani si radunano lì una volta la settimana per programmare opere di solidarietà e passarsi notizie. Spinti dalla fede, si crea la chiesa domestica, famiglia di Dio.

Il Congo è un Paese immenso, grande otto volte l’Italia, con un sottosuolo carico di ogni bene (oro, diamanti, cassiterite, coltan, cobalto, rame e legno). Ultimamente, si sta pensando anche al petrolio che, dicono, sia abbondante nei laghi del Congo orientale. Le autorità governative finora non sono riuscite ad amministrare tutto questo ben di Dio. Sono i gruppi armati locali che si autoalimentano con le miniere per procurarsi le armi.
Ci stiamo preparando alle elezioni presidenziali (entro fine anno). Ma l’attuale presidente Joseph Kabila non sembra abbia voglia di lasciare. Non c’è pace per un paese ricco e senza pace, non c’è futuro e nemmeno lavoro. La voglia di emigrare, soprattutto nei giovani, è grande, così come la speranza che qualcosa cambi.
Se Grumo mi ha dato i natali, la fede e l’esempio di bravi presbiteri, Panzi ora mi sta dando la possibilità di lodare Dio e di riconoscerlo all’opera nella vita di persone che creano solidarietà, annunciando il Regno.



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