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Racconti e ricordi di un amico

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Il signor Anastasio, di Fidenza, è un amico dei saveriani. In occasione della canonizzazione di mons. Conforti, ci ha inviato un racconto che è aneddoto, storia di vita e di fede.

Per la canonizzazione di mons. Conforti, desidero far conoscere a "Missionari Saveriani" l'esperienza vissuta da mia madre Maria Zini, del 1922 e tuttora vivente, la cui madre Rosa Grassi era nativa di Lalatta (Palanzano), oggi "Lalatta del Cardinale", e legata altresì da vincoli di parentela con il cardinale Andrea Ferrari, divenuto arcivescovo di Milano e oggi beato.

Cresimata da mons. Conforti

Mia madre ricorda ancora chiaramente il momento della Cresima, ricevuta alla fine di ottobre del 1931 dallo stesso mons. Conforti, una settimana prima dalla morte del santo vescovo.

Mons. Conforti salì a Scurano (Neviano degli Arduini) per rendere visita al parroco don Licinio Del Monte con cui erano sorti dei malintesi pastorali; così colse l'occasione per impartire la Cresima. Mia madre - è lei stessa a raccontarlo - vide approssimarsi il vescovo e lo trovò particolarmente sofferente. Ebbe modo di osservarlo attentamente, perché si soffermò a parlare con la sua madrina, la cugina Rosa Laurenti, che aveva il fratello seminarista a Parma. Quel seminarista divenne don Dino Laurenti, che fu poi a lungo parroco prima a Sauna (Corniglio) e poi a Ruzzano (Palanzano).

Mia madre si sentì allora molto onorata di aver ricevuto la Cresima dalle mani di un santo, come è ora anche ufficialmente il nostro vescovo Conforti.

La vita a passo... saveriano

Attualmente, anche a Monchio delle Corti ci sono fedeli viventi che hanno ricevuto la Cresima direttamente dalle sue mani. Nell'estate del 1931 mons. Conforti dormì a Valcieca in casa di una famiglia del paese... Come risulta dagli scritti, sono celebri i suoi rimproveri contro la bestemmia, la pornografia e il malcostume in genere, perché queste terribili mancanze offendono profondamente Dio e l'uomo.

Aggiungo che la presenza dei saveriani mi ha misteriosamente accompagnato per tutta la mia vita. Tra l'altro, mia nonna Rosa mi parlava con venerazione dei missionari che soggiornavano a Capriglio e che lei chiamava per rispetto "i frati".

Poi, nelle strade misteriose tracciate dalla Provvidenza, ho incontrato i saveriani a Reggio Emilia, nella persona dell'allora p. Walter Gardini, quindi a Roma all'acquedotto Felice, poi in Burundi (dove ho potuto conoscere i martiri del 1995, p. Marchiol e p. Maule), in Giappone e Brasile; senza contare la frequentazione nelle case di Parma, Vicomero, Piacenza e Desio. Posso affermare che la presenza saveriana ha ritmato i passi della mia famiglia e in particolare i miei.



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