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Oggi, la storia passa dalla regione Amazzonica

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Padre Mario Menin ha aperto il convegno promosso da “Missione Oggi”, la rivista dei saveriani con queste parole: “Ancora una volta la chiesa si è mossa per ascoltare una terra meravigliosa, ma che rischia di essere irrimediabilmente devastata”. E il 6 aprile, nella sala del Romanino di San Cristo a Brescia, si è messo all’ascolto un pubblico attento.

Moderato da Gabriele Colleoni, vicedirettore del Giornale di Brescia, il tema del convegno “In ascolto dell’Amazzonia - Nuovi cammini per la chiesa e per l’ecologia integrale” è stato un momento di riflessione in vista di un importante appuntamento ecclesiale, il Sinodo Panamazzonico, in programma a Roma dal 6 al 27 ottobre. Parteciperanno 109 vescovi e vari delegati di nove paesi (Bolivia, Brasile, Ecuador, Colombia, Guyana, Guyana Francese, Perù, Suriname e Venezuela), compresi in un territorio per la prima volta definito ufficialmente un bioma, per delineare un’area d’interesse portata alla riflessione di un Sinodo. Con il termine bioma s’intende il complesso delle comunità animali e vegetali caratterizzanti una particolare area geografica del pianeta. I biomi, infatti, sono determinati in base al tipo di vegetazione dominante e la loro conformazione è relativa a clima, latitudine, altitudine e fenomeni atmosferici.

Dopo il saluto di don Roberto Ferranti, direttore dell’Ufficio missionario diocesano di Brescia, don Felice Tenero, vicedirettore del Cum (Centro unitario missionario) di Verona, ha presentato l’efficace video Se ogni dieci secondi… che denuncia vigorosamente il degrado ambientale di intere zone dell’Amazzonia. Poi, è stata la volta di Tea Frigerio, biblista di origine milanese, missionaria saveriana a Belém (Brasile). Nella sua intensa testimonianza-riflessione, ha sottolineato l’importanza di non considerare l’Amazzonia solo una foresta. Essa, infatti, è abitata da popoli che hanno una ricca spiritualità e un forte ethos. Sono ben 184 le nazioni amazzoniche, ognuna con una sua spiccata originalità.

L’antropologa Anna Casella Paltrinieri, dell’Università Cattolica di Brescia, ha voluto rimarcare ciò che unisce i popoli dell’Amazzonia: la loro straordinaria capacità di “ribaltare” il rapporto-uomo-natura, considerandolo in modo completamente diverso rispetto a quello occidentale. Mons. Adolfo Zon Pererira, vescovo saveriano dell’Alto Solimões (Brasile), in piena foresta amazzonica, ha evidenziato l’insufficiente incarnazione della chiesa nel mondo amazzonico. Si è cercato di porvi rimedio a partire dal Concilio, grazie a un’attenta riflessione e a una costante attenzione. Ci si augura che dal Sinodo possano uscire direttive per un’evangelizzazione più inculturata. Il Sinodo è sì dedicato all’Amazzonia, ma sarà uno strumento per tutta la chiesa.

Nelle conclusioni, Gabriele Colleoni ha voluto lanciare un appello perché venga ascoltato da tutti il grido dell’Amazzonia, ricordando come nel 1988 l’assassinio di Chico Mendes suscitò molto clamore ma poi fu rapidamente dimenticato. Trent’anni dopo, se non ascoltiamo quel grido, ci ritroveremo ancora qui a raccontare le stesse cose. Oggi la storia passa dall’Amazzonia e la chiesa passa dal Sinodo!



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